Con un'occupazione in ripresa benché
distante dai livelli europei, sale il rapporto tra attivi e
pensionati, fondamentale indicatore di tenuta della previdenza
italiana: nel 2023 si attesta a quota 1,4636, il miglior valore
della serie storica tracciata dal rapporto: a indicarlo è il
dodicesimo rapporto del Centro studi e ricerche Itinerari
previdenziali, in cui si sottolinea pertanto che non ci sono
allarmismi: il sistema è sostenibile, "regge e continuerà a
farlo, a patto di compiere, in un Paese che invecchia, scelte
più oculate su politiche attive per il lavoro, anticipi ed età
di pensionamento". Per prima cosa, afferma il presidente Alberto
Brambilla, "occorrerà un'applicazione puntuale dei due
stabilizzatori automatici già previsti dal nostro sistema", tra
cui "l'adeguamento dei requisiti di età anagrafica e dei
coefficienti di trasformazione all'aspettativa di vita". Ma non
dei contributi per la pensione anticipata.
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