VANNINO CHITI, 'IL DESTINO DI UN'IDEA E IL FUTURO DELLA SINISTRA' (GUERINI E ASSOCIATI, PP 208, 18,50 EURO).
La lunga storia del Pci riletta alla luce del rapporto con il mondo cattolico, per condividere cosa sono stati questi 100 anni dalla nascita del partito ma soprattutto "per ritrovare nella radicalità, che non è radicalismo, né estremismo, la tensione etica che è fondamento di ogni progetto di rinnovamento sociale e democratico".
E' quanto fa Vannino
Chiti - studioso del movimento cattolico, già senatore del Pd,
sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, ministro per i
rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali,
vicepresidente del Senato e presidente della Toscana - con il
suo ultimo libro 'Il destino di un'idea e il futuro della
sinistra' edito da Guerini e associati.
Come sostiene l'autore, "all'interno del movimenðto comunista
internazionale e della famiglia socialista europea, il Pci ha
avuto una sua oriðginalità proprio per l'attenzione alla
religione, presente già nell'opera di Gramsci. Gramsci,
Togliatti e Berlinguer non erano credenti: incontrarono il
cattolicesimo, che da noi ha carattere anche di popolo,
approfondendo l'aðnalisi della società italiana e le vie per il
suo cambiamento. Da questo è derivata la condivisione di un
impegno su questioni come il disarmo e la pace, ma anche un
dialogo che ha approfonðdito l'interpretazione del marxismo, una
sua rilettura in rapporto alle fedi religiose e soðprattutto la
scelta di un pluralismo di culture, a fondamento della laicità
del partito".
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