Prenderanno in carico il paziente
che esce dall'ospedale ma continua ad avere bisogno di
assistenza sul territorio e guideranno più in generale i
cittadini che nel territorio devono trovare i loro percorsi di
assistenza. Sono le Cot, le Centrali operative territoriali, tra
i cardini della nuova organizzazione dell'assistenza integrata
sul territorio, finanziata con il Pnrr insieme a case e ospedali
di comunità. A differenza però di quest'ultime due, che dovranno
essere pronte tutte tra due anni, le Cot debuttano ufficialmente
ora: il 30 giugno era la scadenza prevista dal decreto 77 del
2022 che ha definito modelli e standard della nuova architettura
socio sanitaria pubblica territoriale.
In Toscana il raggiungimento dell'obiettivo è stato
formalizzato con la presa d'atto da parte della Giunta regionale
che ieri ha approvato la documentazione trasmessa dalle Asl
contenente tutti i dettagli delle Centrali operative
territoriali attivate: sono 35 come prevedeva il decreto, 2 si
aggiungeranno poi entro il 30 settembre, per raggiungere quota
37 Cot, almeno una per ogni zona distretto e tre invece
aziendali.
"La nuova organizzazione dell'assistenza territoriale -
sottolinea il presidente della Regione Eugenio Giani - è una
priorità assoluta sulla quale stiamo lavorando intensamente,
rispettando i tempi concordati con l'Unione europea. Insieme
agli uffici e alle Asl monitoriamo l'evoluzione degli interventi
tenendo ben fissa ogni scadenza e trovando soluzioni di fronte a
possibili imprevisti che possono implicare ritardi". Di
"significativo passo in avanti nella messa a terra del nuovo
modello di sanità territoriale", parla l'assessore al diritto
alla salute Simone Bezzini. Le Cot, spiega, "saranno il nuovo
punto di riferimento per l'assistenza sanitaria e
socio-sanitaria e hanno una funzione strategica nell'assicurare
una stretta sinergia fra rete di emergenza-urgenza, l'ospedale e
i servizi territoriali e domiciliari. Grazie ai tecnici, alle
Asl e ai professionisti del sistema sanitario: questo è un
grande traguardo condiviso della Toscana".
La Toscana, si spiega, non è partita da zero. Già esistevano,
dal 2017, le Acot, Agenzie di continuità territoriale che
gestivano la transizione ospedale-territorio per attivare,
laddove necessari, i servizi sul territorio. A differenza però
delle Acot, le Cot gestiscono tutte le transizioni, non solo
ospedale-territorio ma pure territorio-territorio: coordinano i
servizi domiciliari con gli altri servizi offerti dalla sanità
territoriale, facendo da interfaccia con gli ospedali e la rete
di emergenza-urgenza. E' una sorta di cabina di regia che
funzionerà sette giorni su sette. I professionisti della Cot
lavoreranno a stretto contatto con gli specialisti e i medici di
medicina generale per assicurare continuità e appropriatezza
delle cure ai pazienti. Nella squadra di ogni centrale lo
standard minimo previsto è da 3 a 5 infermieri e da 1 a 2
operatori di supporto, ma, sempre mutuata dalle Acot, in Toscana
in alcuni casi è previsto anche un team multiprofessionale, con
un medico di comunità, un assistente sociale ed eventualmente un
fisioterapista. Su singoli casi potrà essere chiesto il supporto
di altre figure. Altra particolarità toscana le tre Cot
aziendali: rispetto alle altre Centrali operative territoriali,
zonali, hanno il compito compito di gestire casi di elevata
complessità, con possibilità di attingere a risorse a livello
aziendali o a servizi di livello regionale o extraregionale.
Inoltre sia le Cot zonali che quelle aziendali al momento
funzioneranno 12 ore al giorno, ma le prime saranno operative
dal lunedì al sabato, le seconde anche la domenica e i festivi
quando suppliranno le prime. L'obiettivo poi è quello di
portarle a turni di 24 ore, quindi anche di notte per gestire ad
esempio quei pazienti che accedono al pronto soccorso ma che non
necessitano poi di un ricovero. Ancora avranno una funzione
quando sarà attivato il 116117, il numero europeo per l'accesso
alle cure mediche non urgenti e ad altri servizi sanitari
territoriali a bassa intensità. Infine le Cot aziendali
serviranno a monitorare i servizi, per valutarne anche
efficienza e appropriatezza.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA