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Toscana sperimenta i Pir, gli ambulatori di intervento rapido

Toscana sperimenta i Pir, gli ambulatori di intervento rapido

Da ottobre testati i nuovi presidi medici per i casi non gravi

FIRENZE, 06 agosto 2024, 16:56

Redazione ANSA

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Sarà avviata a ottobre, in Toscana, la sperimentazione dei 'Pir' (punti di intervento rapido), ovvero presidi e ambulatori per la presa in carico tempestiva dei cittadini che presentano problemi di natura non grave.
    Saranno sperimentati per sei mesi come parte del nuovo modello di assistenza territoriale che la Toscana sta pianificando e saranno anche un'alternativa, in alcuni casi, ai pronto soccorso. All'interno opereranno medici "della continuità assistenziale" e infermieri. In rete con il personale del Dipartimento emergenza urgenza e medici del dipartimento cure primarie, in collaborazione con i medici di medicina generale.
    A ottobre partirà la sperimentazione di tre diversi tipi di Pir. Il primo sono gli ambulatori 'da città', aperti per 12 ore al giorno presso le Case di comunità dei centri più popolati e dove l'accesso avverrà attraverso il medico di famiglia o il numero di telefono 116117. La sperimentazione avverrà nelle case di comunità di Empoli, Prato, Pistoia e Firenze.
    Il secondo tipo sono strutture pensate per i presidi sanitari di territori meno popolati e a maggior rischio di carenza di medici, dove si potrà accedere direttamente, attraverso i medici di famiglia o l'116117. Per testare i Pir di secondo tipo è stato scelto il centro medico avanzato già attivo a Figline Valdarno. Infine saranno testati anche gli ambulatori da attivare in prossimità dei pronto soccorso: il primo sarà all'ospedale Torre Galli di Firenze.
    "Questi ambulatori - sottolinea il presidente della Toscana Eugenio Giani - saranno un po' la nuova frontiera per la patologia acuta del cittadino, che, in caso di codici minori, anziché rimanere in coda per ore e ore al pronto soccorso, con i casi più gravi che giustamente hanno precedenza, potrà più velocemente essere curato". L'assessore al diritto alla salute, Simone Bezzini ha spiegato che "si tratta di ambulatori per emergenze non gravi e non critiche, uno strumento per migliorare la presa in carico dei pazienti ma anche un tentativo di alleggerire la pressione sui pronto soccorso".
   

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