Una 'puntura' in
una gamba del paziente per impiantare una valvola cardiaca. Così
un intervento di minimo impatto, senza apertura del torace,
effettuato all'Ospedale del Cuore di Fondazione Monasterio, a
Massa. La valvola è la tricuspide e presiede il corretto flusso
del sangue. Il team di Monasterio, in collaborazione con
l'Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana, ne ha impiantato una
con un intervento che la Fondazione definisce "straordinario" e
che "ha portato ai massimi livelli la mini-invasività". Il team
di Monasterio, guidato da Sergio Berti, direttore di Cardiologia
Diagnostica e Interventistica, in collaborazione con i colleghi
del dipartimento Emodinamica dell'Aoup diretto da Marco De
Carlo, ha eseguito l'impianto, il primo in Toscana da accesso
femorale venoso e il primo al mondo con guida ecocardiografica
intracardiaca.
La valvola è stata impiantata in una paziente in cura a Pisa
affetta da grave insufficienza tricuspidale non riparabile con
tecniche percutanee e che, per il quadro clinico, avrebbe corso
rischi elevati con intervento chirurgico tradizionale.
L'intervento è stato eseguito nell'ambito di uno studio
sperimentale che coinvolge Italia, Spagna, Germania e Canada,
"la valvola cardiaca è stata posizionata, attraverso una vena
dell'inguine, evitando così l'apertura del torace". La mini
invasività è stata resa possibile grazie all'imaging cardiaco di
elevato livello che ha fornito ogni dettaglio anatomico guidando
il medico nell'impianto della valvola. "Le protesi impiantabili
attraverso cateteri - spiega De Carlo - rappresentano una nuova
opzione terapeutica a basso rischio operatorio. La prima di
queste è disponibile per l'uso commerciale da pochi mesi mentre
altri dispositivi sono ancora in fase di studio clinico, tra cui
quello impiantato nella paziente a Massa e un altro con l'Aoup
unico centro coinvolto in Toscana". Per Marco Torre, dg di
Monasterio, "anche questa volta la sanità toscana dimostra di
saper fare rete". Silvia Briani, dg dell'Aoup, aggiunge che "un
risultato come questo, con risonanza mondiale, non sarebbe
possibile se non fosse altissimo il livello professionale di chi
lavora nei nostri ospedali".
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