C'è una correlazione fra
alimentazione e tumori e una dieta corretta è importante anche
per chi si cura perché il rischio di malnutrizione è molto alto
per i pazienti oncologici: l'unità operativa semplice
dipartimentale nutrizione clinica dell'Asl Toscana sud est stima
che circa il 20% dei malati non superi la malattia proprio per
le gravi conseguenze della malnutrizione.
Per questo motivo, spiega la stessa Asl, è attivo un
percorso nutrizionale che vede in primis coinvolti la nutrizione
clinica e la dietetica professionale. Gli ambulatori sono
dislocati in quasi tutti i 13 presidi dell'Azienda sanitaria
della Toscana sud est e prevedono prestazioni sia dietetiche che
di nutrizione clinica, erogate da dietisti, medici e biologi
nutrizionisti. Le valutazioni e le prestazioni vengono erogate
anche in regime di ricovero o a domicilio. L'invio o la
segnalazione può avvenire da parte del medico oncologo, del
chirurgo o di altri specialisti ma anche del medico di medicina
generale.
Le conseguenze della malnutrizione, si spiega ancora, sono di
vario tipo: si va dal prolungamento della permanenza in ospedale
dopo gli interventi chirurgici all'aumento delle complicanze
postoperatorie, dall'incremento del rischio di sviluppare
tossicità durante i trattamenti oncologici attivi e della
conseguente necessità di interromperli o ridurne l'intensità,
rischiando di ridurre il tasso di risposta. Oltre a questi c'è
pure il rischio di un aumento della mortalità e il peggioramento
dello stato funzionale e della qualità di vita. Trattare quindi
la malnutrizione del paziente oncologico significa migliorare
la qualità di vita e l'efficacia delle cure. Ecco perché,
continua l'Asl, è fondamentale che in fase diagnostica sia
sempre preso in considerazione lo stato nutrizionale del
paziente, che si valutino i rischi cui andrà incontro e lo si
informi dell'importanza di una terapia nutrizionale, al pari
delle cure oncologiche tradizionali.
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