Nella serata che ha
preceduto la festa dell'Epifania, tra le vie di Monterubiaglio,
borgo medievale a pochi chilometri da Orvieto, invece della
befana è arrivata la "vecchierella", una figura quasi
ancestrale, che unisce il sacro e il profano. Ha le sembianze
femminili di un'anziana donna, lenta nel suo incedere, ma con
una missione ben precisa: augurare a tutti la prima Pasqua
dell'anno nuovo ed intercedere presso i vivi affinché
generosamente offrano un piccolo obolo per le anime dei
trapassati, ancora in attesa nel limbo del Purgatorio.
Nel minuscolo paesino del comune di Castel Viscardo è una
tradizione che affonda le sue radici nella notte dei tempi. La
"vecchiarella" viene solitamente rappresentata da alcuni ragazzi
del borgo, vestiti con lunghi abiti bianchi, che fanno visita
alle famiglie che, all'arrivo delle varie "vecchiarelle",
spalancano le porte di casa per poi fare un'offerta. "Si
chiedono offerte, ma anche preghiere" spiegano gli organizzatori
della pro loco. "Quest'anno più che mai le preghiere vanno
indirizzate a chi sta soffrendo, in particolare a quei popoli
che stanno vivendo la tragedia della guerra" aggiungono.
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