Il gruppo di fisica applicata
dell'Università degli studi di Perugia, in collaborazione con il
tedesco Julich center for neutron scattering, ha progettato e
sta avviando la costruzione di "T-rex" (Rime-of-flight
reciprocal space explorer), la beam-line, la "linea di fascio",
di neutroni dedicata allo studio microscopico di nano e
biomateriali, che troverà posto presso la European spallation
source, il nuovo centro di ricerca europeo per lo studio della
scienza dei materiali tramite spettroscopia neutronica in corso
di costruzione a Lund, nel sud della Svezia, e realizzato grazie
al finanziamento di 13 Paesi europei, tra cui l'Italia.
T-rex - si legge in una nota dell'Università degli studi di
Perugia - è la più complessa delle 15 beam-lines di European
spallation source. Il finanziamento erogato dall'Italia è
interamente gestito da Andrea Orecchini, del gruppo di fisica
applicata del Dipartimento di fisica e geologia dell'Università
di Perugia, grazie ad una complessa struttura organizzativa che
coinvolge il Consiglio nazionale delle ricerche e l'Istituto
nazionale di fisica nucleare.
Nel corso del 2024 è prevista l'installazione a Lund dei
primi componenti. Nei due anni successivi sarà realizzata
l'integrazione dei componenti italiani con quelli tedeschi, così
da completare la costruzione dell'intera beam-line nel 2027.
T-rex diventerà quindi accessibile ai ricercatori, italiani,
tedeschi ed europei in generale nel 2028 ed è concepito per
diventare il leader mondiale fra gli spettrometri della sua
categoria. Ha un ampio spettro di applicazioni scientifiche,
tutte definite di potenziale alto impatto per la società civile.
Si spazia dallo sviluppo di biomateriali intelligenti, come
proteine o enzimi innestati in polimeri artificiali per la
progettazione di nuovi farmaci a rilascio chirurgico e
controllato, allo studio di superconduttori ad alta temperatura
per elettromotori di potenza a basso costo energetico.
T-rex - spiega la nota dell'Università - potrà contribuire
alla progettazione di nanomateriali a base di carbonio o
cellulosa, per applicazioni d'impatto ambientale quali la
purificazione di acque, il monitoraggio dei livelli di
inquinamento, il controllo del tasso di umidità in ambienti
biomedicali, fino all'ingegnerizzazione di membrane polimeriche
per celle a combustibile. Potrà essere utile nella progettazione
di batterie alternative a basso impatto ambientale e nello
sviluppo nuovi sistemi di gestione energetica sostenibile, così
come nella messa a punto di nanomateriali spugnosi con
efficienti capacità di immagazzinamento e rilascio controllato
di idrogeno per motori puliti del futuro, fino allo studio di
magneti molecolari o di nanostrutture magnetiche, per lo
sviluppo di computer quantistici e di supporti fisici per
stoccaggio di dati sempre più compatti e capienti.
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