Un'economia che mostra una serie
di problemi e ritardi, quella del comprensorio spoletino
(Spoleto, Campello sul Clitunno, Castel Ritaldi e Giano
dell'Umbria), ma che ha anche spunti di vivacità, potenzialità
interessanti e che presenta vocazioni plurime. Emerge, in
estrema sintesi, dal dettagliato report della Camera di
commercio dell'Umbria, che mette a confronto i dati e gli
andamenti del comprensorio con quelli dell'Umbria e della media
italiana e che ha fatto da base all'incontro, nella Sala della
Spagna del Comune di Spoleto, tra i vertici camerali e le
istituzioni e categorie economiche e professionali del
comprensorio, avvenuto subito dopo la seduta della giunta
dell'ente camerale a Spoleto, nell'ambito dell'iniziativa
itinerante "La Camera di commercio incontra i territori".
"L'iniziativa degli amministratori camerali, giunta oggi al
quarto appuntamento di Spoleto dopo quelli di Città di Castello,
Orvieto e Assisi - ha affermato il presidente della Camera di
commercio dell'Umbria, Giorgio Mencaroni - è un segnale di
ascolto e attenzione ai territori e, via via, toccherà tutte le
aree della regione, per promuovere un confronto specifico e sul
campo con le realtà territoriali economiche e sociali, ricevendo
stimoli, suggerimenti e proposte, stringendo così collaborazioni
che possano rendere le politiche camerali sempre più efficaci e
vicine alle esigenze reali delle imprese".
I risultati del report - riferisce una nota dell'ente
camerale - sono stati illustrati dal segretario generale della
Camera di commercio dell'Umbria, Federico Sisti. Dalle forze
economiche e professionali, analizzando i dati del report, sono
giunte valutazioni e sottolineature importanti, come il fatto
che le aziende del comprensorio hanno subito, più che l'Italia e
l'Umbria, l'impatto dell'aumento dei tassi di interesse, con un
aumento degli esborsi dovuti alle banche, fatto 100 il dato
2019, di 296,2 nel 2023, contro 212,6 della media nazionale e
222,9 dell'Umbria.
Solo per quanto riguarda le società di capitali, nel
comprensorio spoletino un'azienda è passata a pagare alle
banche, in media, da 18.039 euro annui nel 2019 a 53.431 euro
nel 2023. Il dibattito, su questo punto, si è incentrato sul
perché di tutto ciò è la risposta è stata che, in parte, deriva
dal fatto che, mediamente, le aziende spoletine di capitali
hanno registrato un incremento degli investimenti più forte (pur
restando sotto in valori assoluti) rispetto a quelle italiane e
umbre, e in parte dal fatto che, probabilmente, le imprese dello
Spoletino hanno un rating mediamente peggiore e quindi pagano
interessi più elevati. Altro tema sollevato dalle categorie
economiche e professionali è quello della demografia, con lo
Spoletino che, in tema di dinamismo demografico (variazione
popolazione, struttura per età, movimento migratorio) sconta un
gap negativo, con un indice di 50 rispetto a 56 dell'Umbria e 63
della media nazionale che pure, come noto, non brillano.
Dal 2011 al 2023 lo Spoletino è sceso da 48.054 residenti a
45.274 (-5,8%), e così procedendo perderà ulteriori 5.107
abitanti al 2042, con -1.275 residenti nella fascia d'età 0-14
anni, -5.869 in quella 15-64 anni e un aumento della popolazione
over 65 (+2027). A ciò si aggiunge il fatto dell'emigrazione
giovanile, che si è andata bia via accentuando e che completa il
quadro di un comprensorio che invecchia e lo fa più rapidamente
della media nazionale e di quella umbra. Tra gli elementi
positivi, lo Spoletino mostra un indice di disuguaglianza più
basso sia rispetto al dato nazionale che a quello umbro, mentre
sul turismo (l'industria turistica nel comprensorio conta 287
attività e 1.139 addetti), le valutazioni degli operatori
presenti all'appuntamento di stamattina sono state positive,
rilevando una crescita interessante negli ultimi anni e
nonostante il fatto che lo Spoletino presenti un indice di
presenze turistiche per abitanti pari a 7, inferiore sia al 7,5
dell'Umbria che all'8,2 del dato italiano.
Quanto ai dati più generali, le imprese attive del
comprensorio sono nel 2023 4mila105, il 5,3% del totale
regionale (erano 4mila 264 nel 2019) e gli addetti delle imprese
attive 13mila 671, pari al 4,7% del totale regionale. Nel 2019
gli addetti delle imprese attive dello Spoletino erano 14mila
849 (il 5,3% del totale regionale). Il report, oltre ai bilanci
delle imprese di tutti i settori, contiene anche un focus
specifico su quelli della filiera dell'olio, dal quale lo
Spoletino emerge a tutta forza; basti pensare che, in media, il
valore della produzione di un'impresa della filiera dell'olio
nello Spoletino è 5,4 volte superiore alla media umbra e 7,2
volte più alto della media italiana. Vantaggio ancora più
accentuato per quanto riguarda il valore aggiunto per impresa
della filiera olio.
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