La pinacoteca comunale di
Deruta ha ospitato la fase conclusiva del progetto "Perugino tra
mente e anima: verso un nuovo umanesimo", promosso dal
Laboratorio di diagnostica per i beni culturali di Spoleto,
associazione partecipata dalla Regione Umbria insieme al
Ministero della Cultura, all'Università di Perugia e al Comune
di Spoleto.
Il progetto, ideato e coordinato da Valeria Villa per il
Laboratorio di diagnostica, finanziato dal Comitato nazionale
per le celebrazioni per il quinto centenario della morte di
Pietro Vannucci, detto il Perugino e sostenuto da partner quali
Comune di Deruta, Musei civici di Deruta, Politecnico di Milano,
Politecnico di Lecco, Cnr, Cultura valore, è incentrato sul tema
della conservazione strategica del patrimonio culturale mediante
la digitalizzazione e restituzione di un modello tridimensionale
dell'opera del Perugino, raffigurante San Romano e San Rocco che
chiedono l'intercessione del Padre Eterno per salvare Deruta
dalla peste.
La realizzazione del modello 3D - spiegano gli autori
dell'iniziativa - è finalizzata anche a sperimentare l'effetto
terapeutico che la narrazione del valore storico ed artistico
del dipinto e l'esperienza immersiva multisensoriale di
relazione mediante il modello tridimensionale potranno sortire
su pazienti con disabilità fisiche e cognitive.
All'incontro, svoltosi alla presenza della Presidente del
Laboratorio di diagnostica per i beni culturali, Marina Balsamo,
e del direttore della Pinacoteca, Francesco Federico Mancini,
sono state invitate anche l'Associazione nazionale Alzheimer,
Luisa Bartorelli, e quella regionale, Annalisa Longo, la quale
era accompagnata da alcuni pazienti che per primi hanno
sperimentato gli effetti benefici della percezione tattile
dell'opera mediante il modello 3D.
La codificazione dell'esperienza e di tutta la mole di dati
scientifici risultati dalla campagna diagnostica eseguita dal
Laboratorio di diagnostica, dal Politecnico di Milano e
dall'Associazione Alzheimer, verranno trasferiti sulla
infrastruttura europea Dariah a cura del Consiglio nazionale
delle ricerche.
L'esperienza, considerata tra le prime in Italia, è stata
di grande soddisfazione per tutti e ha anche registrato momenti
di vera emozione tra i pazienti, i loro accompagnatori e tutti i
presenti. La divulgazione a livello europeo - è stato
sottolineato - costituirà un modello replicabile ed esportabile,
quale buona pratica.
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