Si è svolta all'ospedale
"San Giovanni Battista" di Foligno la cerimonia di consegna
delle nuove poltrone per il servizio di medicina nucleare centro
Pet-Tc diretto dal dottor Silvio Sivolella, nell'ambito del
progetto "Catena di cambiamento" ideato dai detenuti della casa
di reclusione di Spoleto e sviluppato attraverso la creazione,
all'interno del carcere, di oggetti di vario genere e tipologia,
spaziando dalla pittura alle opere in legno, dai manufatti con
stoffe di riciclo ai lavori realizzati con la carta e cartone,
dagli scritti di prosa ai versi di poesie, per terminare con la
produzione di piantine aromatiche. Il tutto è stato messo in
esposizione in una bancarella alla fiera di Loreto che si è
tenuta l'8 e il 9 settembre scorso a Spoleto.
Grazie al successo ottenuto da questa iniziativa in termini
di vendite e ad altre donazioni volontarie pervenute alla
Caritas diocesana di Spoleto-Norcia, che è stata la
coordinatrice del progetto, è stato possibile acquistare e
consegnare al servizio ospedaliero di Foligno le due poltrone.
Si tratta quindi di un modello virtuoso di collaborazione tra
istituzioni - sottolinea una nota della Usl Umbria 2 - e un
esempio concreto di come il percorso riabilitativo possa
tradursi in azioni tangibili a beneficio dell'intera comunità.
"Chi vive una condizione di sofferenza sa riconoscere e
comprendere meglio il dolore degli altri", ha sottolineato il
sindaco di Foligno, Stefano Zuccarini, evidenziando come questo
gesto dimostri la particolare sensibilità di chi, pur vivendo
una situazione di detenzione, sceglie di tendere una mano verso
chi soffre.
Il direttore generale dell'azienda Usl Umbria 2, Piero
Carsili, si è detto "profondamente onorato di un gesto che va
ben oltre la semplice donazione. È un esempio di buona pratica -
ha dichiarato il manager sanitario - con una forte rilevanza
sociale, che sottolinea come la sanità debba sempre più puntare
all'umanizzazione delle cure. L'ospedale di Foligno, terzo polo
sanitario dell'Umbria, conferma così la sua eccellenza - ha
dichiarato il dottor Carsili - non solo nei servizi ma anche
nell'approccio umano alla cura".
Il direttore sanitario della Usl Umbria 2, Nando Scarpelli,
ha sottolineato come "queste poltrone rappresentino un ponte tra
il mondo interno ed esterno del carcere, fondamentale per il
avviare e consolidare il necessario processo di cambiamento".
La direttrice della casa di reclusione Bernardina Di Mario ha
evidenziato come "il carcere deve essere sempre più un luogo di
educazione dove l'uomo della pena è diverso dall'uomo del reato.
La solidarietà nasce da questo processo profondo di
consapevolezza e di riflessione".
"In questo progetto - ha spiegato la referente Caritas del
progetto Elisabetta Giovannetti presente alla cerimonia, svolta
nella sala Alesini, insieme ai rappresentanti delle istituzioni,
dell'azienda sanitaria, della direzione ospedaliera e al
direttore della Caritas di Spoleto-Norcia don Edoardo Rossi, al
vicario generale dell'Archidiocesi di Spoleto-Norcia don Sem
Fioretti e al vicecomandante del carcere di Spoleto Nicola
Borrelli - tante sono state le maglie di congiunzione che hanno
portato alla creazione di una straordinaria catena di
solidarietà che ha messo al centro l'attenzione verso una
categoria di persone molto fragili, quale quella rappresentata
dai malati oncologici. Spesso il giudizio e il pregiudizio
costruiscono delle grandi barriere alla comunicazione e alla
comprensione. Con questa iniziativa si è voluto dimostrare che
in realtà il carcere non è solo il luogo della pena ma,
attraverso un serio e concreto percorso rieducativo, esso può
rappresentare per l'individuo reo il punto di partenza per
riacquistare la propria dignità umana, facendosi, per esempio,
prossimo alle prossimità, come è accaduto sposando questa nobile
causa".
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