L'abitudine al fumo in Umbria
continua a rappresentare una criticità. Ad esempio, si registra
una quota di fumatrici superiore alla media nazionale anche tra
le mamme che allattano. Mentre la percentuale di fumatori in
Italia continua a ridursi lentamente ma significativamente,
l'analisi del trend per l'Umbria mostra una sostanziale
stabilità nel tempo. È quanto emerge dai dati pubblicati in
occasione della Giornata mondiale senza tabacco, che si celebra
il 31 maggio, dalle sorveglianze Passi e Passi d'argento del
centro nazionale per la prevenzione delle malattie e la
promozione della Salute.
"Grazie ai dati delle sorveglianze di popolazione su base
campionaria presenti in Umbria - spiega Carla Bietta,
responsabile del servizio epidemiologia del dipartimento
Prevenzione dell'Usl Umbria 1 - è possibile tracciare la
diffusione dell'abitudine al fumo nella popolazione in tutte le
fasce di età, studiare l'influenza dei determinanti sociali e
osservare cambiamenti nel tempo, mettendo in luce anche il ruolo
delle disuguaglianze e dei condizionamenti sociali nell'adottare
i comportamenti individuali che influiscono sulla salute".
In Umbria, secondo i dati diffusi dalla stessa Usl 1, tra
gli adolescenti il 7% dei quindicenni e 15% dei diciassettenni
fuma tutti i giorni; in questa fascia di età è presente una
quota di fumatori di sigaretta elettronica (3-4%).
La popolazione adulta umbra continua a mostrare percentuali
di fumatori "significativamente superiori" alla media nazionale.
In particolare, dai dati emerge che più di un quarto dei
18-69enni (il 29%) è fumatore - contro la media italiana che è
del 24% - con quote maggiori tra gli uomini e tra coloro che
hanno un livello di istruzione medio.
Tra gli ultra 64enni oltre un su 10 (12%) è fumatore (la
media nazionale è dell'11%) con percentuali maggiori fra i
65-74enni (17%). Il consumo medio giornaliero è di circa 12
sigarette, tuttavia un quarto dei fumatori ne consuma più di un
pacchetto.
Nonostante i dati che non premiano gli umbri, si evince che
anche nella regione è migliorato nel tempo il rispetto del
divieto di fumo nei luoghi di lavoro e in casa. Ancora bassa
l'attenzione degli operatori al fumo: solo un fumatore su due
riferisce di aver ricevuto il consiglio di smettere di fumare da
un medico o da un operatore sanitario.
Relativamente alle azioni volte a prevenire e contrastare
l'abitudine al fumo, "coerentemente con quanto previsto dal
piano Regionale di Prevenzione 2020-2025", l'Usl Umbria 1 - si
legge ancora nella sua nota - segue un approccio life course che
vede interventi di promozione della salute a partire dalle
scuole con l'offerta dei progetti Unplugged e Yaps, dedicati ai
ragazzi delle scuole primarie di primo e secondo grado.
Per il setting lavorativo, buone pratiche inerenti il
contrasto al fumo di tabacco sono parte del percorso
obbligatorio per aziende che partecipano al programma Luoghi di
lavoro che promuovono salute.
Infine, agli anziani è rivolta un campagna di
sensibilizzazione verso la disassuefazione all'interno del
programma Comunità attive. Sono presenti e attivi anche i Centri
Antifumo distrettuali ai quali è possibile accedere per
informazioni, consulenze e orientamento sul problema del fumo di
tabacco (www.uslumbria1.it/servizio/centri-anti-fumo/).
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