(di Danilo Nardoni) Oltre 80 persone sul palco per celebrare gli 85 anni di un genio della musica moderna.
Una vera e propria parata di cantanti, musicisti e orchestrali per omaggiare un mito di produttore, arrangiatore e compositore.
Un'autentica leggenda vivente: Umbria Jazz ha aperto stasera la
sua 45/a edizione, inaugurando i concerti serali all'Arena Santa
Giuliana, mettendo in scena la grande notte-tributo a Quincy
Jones. Il festival lo celebra con un concerto esclusivo,
ospitando artisti amici di questa icona della musica, non solo
del jazz, e per l'occasione mettendo in evidenza anche un po' di
Italia con ospite speciale la tromba di Paolo Fresu e l'Umbria
Jazz Orchestra che conferma tutte le qualità di realtà musicale
preziosa dopo che lo scorso anno si era cimentata nella
riproposizione delle storiche partiture degli anni 50-60 di Gil
Evans.
"Il jazz per me significa libertà di improvvisare, di
movimento, di espressione" aveva detto Jones, uno degli artisti
afroamericani più influenti e rispettati, incontrando i
giornalisti appena sbarcato a Roma e prima di raggiungere
Perugia. E nella calda notte perugina si è respirata questa
libertà. Libertà di spaziare in tanti generi. Contaminazione la
parola chiave, o arte dell'incontro, se si vuole, all'ennesima
potenza. Anche perché l'occasione proposta da Umbria Jazz per
vedere l'artista insieme a molti dei suoi amici, collaboratori e
discepoli con molta probabilità non potrà più ripetersi.
L'inizio è subito con un medley che strappa gli inevitabili
applausi dei presenti: "Roots theme", "Ironside" e "Sanford and
son".
Dopo un primo saluto iniziale al pubblico (sedendosi poi su
un divanetto a lato del palco per seguire il concerto) e un
finale di serata (prima della consegna da parte di Umbria jazz
di un riconoscimento come premio alla carriera) che lo ha visto
anche come direttore d'orchestra, Jones è stato omaggiato da
grandi artisti tra cui la star della canzone americana Patti
Austin, la jazz singer Dee Dee Bridgewater, la brasiliana Ivan
Lins, i virtuosi della vocalità jazz Take 6, Noa, ultima
cantante che si è aggiunta alla serata-tributo in ordine di
tempo, e da Cuba Alfredo Rodriguez e Pedrito Martinez. Dietro a
loro poi, con gli arrangiamenti originali di Quincy Jones, la
Umbria Jazz Orchestra diretta da John Clayton con Nathan East e
Harvey Mason. Con i fiati dell'Orchestra, che il festival
utilizza nei progetti in cui è necessaria una formazione dal
grande organico, anche gli archi dell'Orchestra da Camera di
Perugia.
Gusto e melodia da sempre le sue cifre stilistiche che le
composizioni eseguite durante la serata hanno sottolineato
ancora una volta. Si sentono, musicalmente parlando, gli 85 anni
compiuti a marzo, quasi tutti spesi dentro e per la musica e in
particolare più di 70 trionfalmente passati nello show business.
È stato lui infatti a produrre il disco più venduto della
storia, Thriller di Michael Jackson, e "Fly me to the moon", da
lui arrangiata per Frank Sinatra con la big band di Count Basie.
Spettacolo unico ma anche festa di compleanno molto
particolare. Jones mancava dall'Italia dal 2004 quando arrivò al
Circo Massimo di Roma con il progetto 'We are the future'. La
serata di Perugia, anche per questo, rimarrà quindi nella
storia.
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