Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.
Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.
In evidenza
In evidenza
In collaborazione con Sanità e politiche sociali
"Chi ci ha fornito il materiale ha
probabilmente compiuto dal punto di vista della procedura un
errore umano e ci ha fornito 11 codici sbagliati, per fortuna
otto non sono neanche stati consegnati. E quindi siamo
abbastanza sollevati dal fatto di non avere avuto conseguenze
importanti sulle donne". Così, contattato dall'ANSA, il
direttore sanitario dell'Usl della Valle d'Aosta, Mauro Occhi,
sul caso dei risultati invertiti dei test di gravidanza nel
laboratorio analisi cliniche dell'ospedale regionale Parini di
Aosta.
Nella struttura è in corso il rinnovo del materiale
tecnologico: il principale è il macchinario che consente di
"processare tutti i campioni di sangue e attribuire una diagnosi
per ognuno", associando un codice informatico. Nelle 24 ore
migliaia di provette vengono trasportate da un nastro verso un
analizzatore. Quel giorno di fine settembre "la società
fornitrice, queste grosse aziende multinazionali che forniscono
la strumentazione di tecnologia" su "questi 5.000 - 6.000 codici
ce ne ha dati 11 sbagliati".
L'azienda Usl, spiega Occhi, "non è responsabile perché sono
i fornitori che ci hanno dato un'informazione sbagliata, ma
questo non vuol dire. Abbiamo contattato i fornitori, ci hanno
dato totale disponibilità, assumendosi la responsabilità del
fatto. Quindi diciamo che ci siamo comportati in maniera
moderna, efficace, veloce, tempestiva e con la giusta attenzione
per le persone".
Dei tre test con risultati invertiti che sono stati
consegnati, due erano erroneamente negativi e riguardavano donne
"inserite in un percorso di procreazione medicalmente
assistita". Spiega Occhi: "Si riferivano a donne in stato di
gravidanza, quindi che erano riuscite nel tentativo. Le abbiamo
richiamate e abbiamo dato una buona notizia". Invece "il terzo
era un campione riferito a una donna refertata come negativa,
dove un successivo controllo di qualità ha sempre dato esito
negativo con un valore numerico differente". Da quando "ci siamo
accorti dell'errore a quando abbiamo parlato alle donne sono
trascorse 48-72 ore".
In collaborazione con Sanità e politiche sociali
Ultima ora