Le due encicliche di
papa Francesco Laudato si' e Fratelli tutti "costituiscono un
dittico che colma il vuoto di visione. Tutti dovremmo coglierne
la forza per la salvezza del pianeta e dell'umanità. La visione
è chiara e comune: una sola casa (il pianeta) di cui prenderci
cura e una sola famiglia (quella dei popoli) di cui essere
responsabili". Lo ha detto l'arcivescovo Vincenzo Paglia,
presidente della Pontificia Accademia per la Vita, nel suo
intervento al seminario di studio "Dalla Laudato si' a Fratelli
tutti: non c'è giustizia sociale senza giustizia climatica", in
corso oggi a Palazzo San Calisto, a Roma.
"Le due encicliche richiedono un superamento del vecchio
antropocentrismo e spingono verso una nuova visone dell'umano",
ha spiegato mons. Paglia, secondo cui "resta salda la conquista
di un umanesimo che ha esaltato il valore e la dignità di ogni
essere umano, chiunque egli sia, da ovunque egli giunga. Ma va
perseguita una globalizzazione di questo umanesimo: l'umanesimo
dei diritti umani, dei diritti delle donne, della
libertà-eguaglianza-fraternità, della democrazia, della
solidarietà globale".
Secondo il presidente della Pav, "la diversità nell'unità è
il tesoro dell'umanità; l'unità nella diversità è il tesoro
dell'umanità: questa è la 'buona novella' del nuovo umanesimo
per il terzo millennio. L'antico umanesimo aveva prodotto un
universalismo astratto, ideale, di fatto segnato da un
sostanziale etnocentrismo e da un antropocentrismo deviato".
D'altra parte, "il nuovo umanesimo planetario nasce dalla
coscienza di dover ripensare allo stesso tempo le relazioni
umane e la relazione degli uomini con la natura".
E "tale nuovo umanesimo planetario non può che produrre un
universalismo concreto, reso tale dalla comunità di destino
irreversibile che lega ormai tutti gli individui e tutti i
popoli dell'umanità, e l'umanità intera all'ecosistema globale,
al nostro pianeta Terra". Paglia ha parlato del "compito di
costruire una 'civiltà' della Terra, di concepire una evoluzione
antropologica verso la convivenza e la pace globale". "È una
sfida che, per essere raccolta, richiede coraggio e forza di
rinnovamento mentale e spirituale, per una nuova opera di
edificazione umana e di fratellanza, consapevoli che l'umanità è
stata sempre esaltata dalla speranza della fraternità", ha
concluso.
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