"Si intensificano gli
attacchi dei ribelli islamisti nel nord del Mozambico": lo
afferma la fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre,
secondo le informazioni ricevute dai missionari locali. "Diversi
nuovi e simultanei attacchi da parte di ribelli armati islamici
continuano a scuotere la provincia di Cabo Delgado, nel nord del
Mozambico. Negli ultimi giorni si sono infatti verificati
diversi nuovi raid in città e villaggi con conseguenti omicidi e
rapimenti", riferisce Acs.
ll 9 febbraio scorso i terroristi, che rivendicano fedeltà al
sedicente Stato islamico, hanno attaccato tre comunità nella
zona di Mazeze, a sud di Pemba, capitale di Cabo Delgado. "Sono
state bruciate le chiese, così come le case della popolazione",
racconta ad Acs un missionario locale, che ha chiesto di restare
anonimo per motivi di sicurezza. Gli attacchi, insieme alle voci
di ulteriori fenomeni terroristici nelle località vicine, hanno
portato allo sfollamento di centinaia di persone, che in molti
casi hanno camminato per lunghe distanze nella boscaglia per
trovare rifugio a Pemba o nella città più vicina di Chiúre.
Una missionaria, che ha chiesto di restare anche lei anonima,
ha affermato che i terroristi hanno distrutto case e chiese in
diversi villaggi, anche se "l'obiettivo finale degli spostamenti
o degli attacchi non è chiaro". "Anche molti missionari sono
stati sfollati", racconta un sacerdote locale. "Il villaggio
attaccato nella regione di Chiúre era già stato aggredito circa
due anni fa, ma la questione religiosa non riguarda solo i
cattolici. Non hanno limitato i loro attacchi ai villaggi con
chiese cristiane. Come sempre attaccano assolutamente tutto,
comprese le chiese, ma anche le moschee, e prendono di mira
soprattutto la popolazione e le sue case".
Nel continente africano il Mozambico è un Paese prioritario
per Aiuto alla Chiesa che Soffre. La fondazione pontificia ha
sostenuto diversi progetti, tra cui l'assistenza pastorale e il
sostegno psicosociale alle vittime del terrorismo, ma anche la
fornitura di materiali per la costruzione di centri comunitari e
l'acquisizione di veicoli per i missionari che lavorano con i
centri di reinsediamento che accolgono le famiglie in fuga dalla
violenza.
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