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Aperto a Kiev il processo di beatificazione per Husar

Aperto a Kiev il processo di beatificazione per Husar

E' stato il Capo della Chiesa Greco-cattolica prima di Shevchuk

CITTÀ DEL VATICANO, 29 febbraio 2024, 11:04

Redazione ANSA

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E' stato aperto a Kiev il processo di beatificazione dell'arcivescovo Ljubomyr Husar. A proclamare solennemente l'avvio del processo è stato l'arcivescovo maggiore di Kiev della Chiesa ucraina greco-cattolica, Sviatoslav Shevchuk. Nel decreto di apertura si sottolinea - riferisce AsiaNews - come nei sei anni trascorsi dalla sua morte, avvenuta a Kiev il 31 maggio 2017, "la forza della sua parola e del suo spirito hanno continuato a servire come orientamento e sostegno alle persone nella vita quotidiana, soprattutto nei giorni della terribile guerra che stiamo vivendo".
    Il corpo del "patriarca Ljubomyr", come viene chiamato dai fedeli greco-cattolici, è nella cattedrale della Resurrezione del Signore a Kiev, colpita dai missili russi nei primi giorni dell'invasione dell'Ucraina, ma rimasta quasi integra. Dopo la sua morte, osserva ancora il decreto, "il popolo di Dio ha cominciato subito a manifestare una particolare devozione alla sua persona".
    L'arcivescovo e cardinale Husar era nato nel 1933 a Leopoli, dove ha trascorso gli anni dell'infanzia, per poi fuggire insieme alla famiglia nel 1944, in seguito alle vicende belliche, rifugiandosi a Salisburgo in Austria, dove ha frequentato il ginnasio organizzato dagli emigranti ucraini. Nel 1949 si è trasferito negli Stati Uniti con i genitori e la sorella maggiore, entrando nel seminario minore a Stamford nel Connecticut, per concludere gli studi teologici a Washington fino all'ordinazione sacerdotale celebrata nel 1958. Nel 1969 si trasferì a Roma. E' entrato poi nel monastero degli Studiti ucraini a Grottaferrata, alle portee di Roma, antico monastero di rito bizantino. Fino alla scomparsa dell'Unione Sovietica, la comunità dei monaci ucraini è rimasta in questo luogo custodendo e diffondendo le tradizioni liturgiche, spirituali e culturali degli "uniati", i cattolici di rito orientale. Nel 1985, dopo la morte del cardinale Josyf Slipyj, anch'egli in esilio a Roma nella cattedrale di Santa Sofia degli ucraini dopo quasi vent'anni di lager staliniano, Husar divenne "Protosincello", vicario generale dell'arcivescovo maggiore Myroslav Lubachivsky.
    A lui poi Husar succedette dieci anni dopo, il 25 gennaio 2001.
    L'arcivescovo-patriarca Husar ha retto la Chiesa in Ucraina in una delle fasi più delicate, l'inizio degli anni Duemila.
    Tutti lo ricordano come un uomo di profonda saggezza e capacità di dialogo.
   

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