(di Gabriele Santoro)
Gli operai in cantieri sicuri e in
regola, ma anche all'opera 24 ore su 24 se necessario; gli
impiegati a casa in smartworking, per quanto si può, per evitare
gli ingorghi e liberare i mezzi pubblici: l'idea di fondo, in
grande sintesi, è questa. La parola 'Giubileo' per molti romani
è legata alla parola 'cantiere', che a sua volta richiama
traffico e code, deviazioni e disagi. Ma, se tutto andrà per il
meglio, come sperano in Campidoglio, l'Anno Santo del 2025
potrebbe anche essere un anno di profondi cambiamenti, anche
culturali, nelle politiche del lavoro. Un modello anzi,
concordano sindacati e imprese, per le opere pubbliche e non, da
esportare anche oltre i confini del Raccordo Anulare per gli
anni a venire.
Questa, almeno, l'ambizione del commissario Roberto Gualtieri
che negli ultimi mesi ha stipulato una serie di accordi con le
sigle sindacali e datoriali: "Lavorare di più, lavorare meglio"
lo slogan del primo cittadino. Il 30 novembre è il primo
compleanno del protocollo tra il commissario, Cgil-Cisl-Uil, i
costruttori dell'Ance Roma-Acer e gli imprenditori di Cna e
Confapi: nei cantieri del Giubileo vanno garantite procedure
trasparenti e condivise, stop alla logica del massimo ribasso,
massima garanzia in termini di sicurezza e di qualità del
lavoro, piena applicazione dei contratti nazionali e integrativi
locali, clausole antidumping salariale e contrattuale, con
criteri premianti per la qualità e agli aspetti sociali e
ambientali. Da parte loro, aziende e sindacati si impegnano a
lavorare a turni serrati, anche 24 ore su 24 e 7 giorni su 7. Lo
scorso settembre, dopo il crollo di un cavalcavia sull'A24 dove
stavano lavorando alcune ruspe 'giubilari', è stata decisa una
stretta sulla sicurezza: ogni soggetto attuatore dei cantieri
avrà una figura responsabile per il monitoraggio del rispetto
del protocollo con i sindacati e le imprese. Inoltre è stato
firmato su iniziativa della Commissione di Garanzia un
Protocollo che prevede di evitare gli scioperi nelle date clou
dell'Anno Santo. La Cgil non l'ha firmato, ma ha comunque
escluso mobilitazioni nelle giornate più calde.
La scorsa estate inoltre è stato siglato un protocollo
d'intesa sulle relazioni sindacali con l'obiettivo di favorire
la buona occupazione, il superamento del precariato e del lavoro
povero, ma anche implementare lo smart working. E' l'altra
faccia della medaglia. A ottobre si è lavorato in questo senso
su tre fronti, a partire dai lavoratori capitolini. Grazie a un
accordo coi sindacati il 40% dei dipendenti del Comune di Roma
(9.000 persone) potrà lavorare 'smart' da 2 a 5 giorni a
settimana in caso di "eventi straordinari", come è appunto il
Giubileo. C'è poi il settore dei lavoratori privati: anche qui è
stato raggiunto un patto per favorire, azienda per azienda, il
lavoro da remoto. Al momento l'accordo vale fino al 24 dicembre,
ma è già previsto che le parti si reincontrino per applicarlo
anche alle giornate clou del Giubileo. Infine ci sono i
lavoratori pubblici non comunali, cioè l''esercito' dei
ministeri, dell'Inps, dell'Inail e simili: il
sindaco-commissario Roberto Gualtieri ha invitato le
amministrazioni a potenziare, a loro volta, lo smart working.
Il tutto con l'idea di tenere quanto possibile le strade
libere ora che i cantieri sono alla stretta finale, e anche dopo
quando 30 milioni di pellegrini invaderanno pacificamente la
città. Cantieri che, in più di una occasione, hanno portato alla
scoperta di ritrovamenti archeologici anche notevoli, e anche
qui l''effetto Giubileo' s'è fatto sentire. Nel sottosuolo di
Piazza San Giovanni, per esempio, sono emersi i resti del
Patriarchium, cioè l'antica dimora dei Papi: sarà ricostruito in
3D e 'congelato' in attesa di future possibili musealizzazioni,
ma i lavori sono andati avanti. Più clamorosi i ritrovamenti a
Piazza Pia, cioè al cantiere simbolo del Giubileo proprio sotto
le finestre del Santo Padre: tra via della Conciliazione e
Castel Sant'Angelo sono emersi prima una 'fullonica', cioè una
lavanderia di Roma tardoimperiale, e poi, sotto di essa, alcune
strutture dell'età Giulio-Claudia e il Portico di Caligola. Si
blocca tutto? No. Si smontano i reperti a tempo di record, si
mettono in magazzino con l'obiettivo di esporli in seguito nei
giardini del Castello. "E' finita l'epoca delle soprintendenze
come enti del 'niet' - commentò l'allora ministro della Cultura
Gennaro Sangiuliano - siamo pronti a collaborare e a trovare un
punto di equilibrio tra le esigenze di tutela e quelle di
modernizzazione della città". Forse, anche questo, un lascito
del Giubileo.
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