L'export manifatturiero "Made in
Veneto" non va bene, registrando una contrazione nel primo
semestre 2024 del -3,4% rispetto allo stesso periodo del 2023,
attestandosi a 39,3 miliardi di euro. Il dato emerge
dall'Ufficio studi di Confartigianato Imprese Veneto.
La sofferenza riguarda sia i mercati dell'Unione Europea
(-3,6%) che quelli extra-Ue (-3,4%). La Germania, principale
mercato di riferimento, ha registrato un calo del -9,3%, mentre
altri mercati chiave come gli Stati Uniti e il Regno Unito hanno
mostrato flessioni rispettivamente del -5,6% e del -2%.
Anche relativamente agli altri due principali paesi Ue,
Francia e Spagna, la flessione è più contenuta (-1,8% e -0,4%,
rispettivamente), mentre il Made in Veneto sembra reggere verso
Polonia (+0,2%), Belgio (+3,2%), Croazia (+3,7%) e Romania
(+4,6%) che mostrano dinamiche positive. Bene, invece, le
aziende manifatturiere che hanno puntato verso la Turchia e gli
Emirati Arabi Uniti, mercati che complessivamente rappresentano
quasi il 4% delle esportazioni.
Tra i settori tiene l'alimentare, che rappresenta il 6,6% del
totale esportato e che registra un +2,9% e le bevande (+5,8%).
Una variazione positiva interessa anche il generico "prodotti
delle altre industrie manifatturiere" (12,1% dell'export
regionale) con +3,4%. Infine, i prodotti farmaceutici ed i
prodotti in legno, che rappresentano una quota relativamente
esigua dell'export veneto, evidenziano valori in crescita
(rispettivamente +0,5% e +2,2%).
Per il presidente regionale degli artigiani, Roberto
Boschetto. "un'alternativa efficace oggi per rilanciare l'export
è puntare su altri mercati rispetto a quelli tradizionali, quali
l'Asia, Africa e America Latina, là dove i Paesi stanno
aumentando la domanda di beni di consumo, tecnologie e
infrastrutture, settori in cui l'industria manifatturiera veneta
è particolarmente competitiva. Settori come il lusso, la moda,
l'agroalimentare e la meccanica di precisione trovano in questi
mercati nuovi spazi di espansione - conclude -. Concentrarsi
esclusivamente sui mercati tradizionali espone le aziende venete
a rischi economici e geopolitici significativi".
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