(ANSA) - MILANO, 5 MAR - Le grandi utilities italiane si
chiamano fuori dalla partita Sorgenia, la societa' energetica
della famiglia De Benedetti, gravata da un debito di 1,9
miliardi di euro. Interpellati a margine della presentazione
dell' 'Osservatorio sulle utilities', i numeri uno delle
principali multiutility non hanno mostrato interesse circa
l'ipotesi di acquistare alcune delle centrali di Sorgenia.
''Non rientra nei nostri programmi, dal momento che siamo
sempre stati cauti sul tema della generazione'', ha spiegato il
presidente di Hera, Tomaso Tommasi di Vignano. Sulla stessa
linea anche l'ad di Acea, Paolo Gallo: ''non siamo certo
interessati'', ha detto il top manager, evidenziando che, prima
di pensare ad una soluzione di sistema, Sorgenia ''deve
risolvere il problema dell'indebitamento con le banche''.
Anche per Iren, ''non e' certamente una priorita''',
intervenire nella partita, afferma Francesco Profumo, presidente
della utility controllata dai comuni di Genova e Torino. Anche
perchè, fa notare l'ex ministro, ''in questo momento, Iren ha
una situazione di sovraproduzione di energia''. Più generico,
invece, il commento del direttore generale di A2a, Renato
Ravanelli, che parla di una ''crisi strutturale del settore
elettrico'', la quale ''va affrontata dalle istituzioni, quindi
da imprese, sindacati e Governo''.
Tra i potenziali interessati agli asset della compagnia
controllata da Cir, secondo le osservazioni di diversi dirigenti
presenti al convegno, potrebbe esserci, piuttosto, Edf. Il
gruppo, infatti, in seguito al riassetto di Edison, ''ha perso
molti nuclei termoelettrici ed e' pertanto lunga di gas. Quindi,
potrebbe essere interessata sia alle centrali a carbone di
Sorgenia sia a quelle termoelettriche''.(ANSA).
