(ANSA) - ROMA, 10 MAR - Un possibile stop dall'Esma alla
rivalutazione delle quote della Banca d'Italia nel conto
economico degli istituti di credito potrebbe mettere a rischio
circa 900 milioni di euro di imposte ma c'è fiducia fra alcune
delle parti coinvolte, impegnate in contatti e approfondimenti,
di una soluzione positiva della vicenda. Intanto la Consob,
vista l'urgenza dell'approvazione dei conti 2013 rimette ai
singoli cda delle banche la decisione su come trattare le quote
in maniera contabile e scrivere esplicitamente nel bilancio
quale orientamento hanno preso.
L'allarme sulla tassazione arriva dal presidente dell'Abi
Antonio Patuelli secondo cui se le banche non potranno iscrivere
la rivalutazione a conto economico le imposte, che nelle
iniziali intenzioni delle forze politiche dovevano coprire la
seconda rata Imu (poi invece risolta in altra maniera), non sono
dovute.
Una tegola che si aggiunge all'incertezza in corso fra gli
amministratori delle banche in queste ore (domani Unicredit ad
esempio riunisce il suo consiglio) i quali si trovano davanti a
un bivio. Contabilizzare come prescrive una legge dello stato e
lo statuto della Banca d'Italia (e pagare le tasse),
impostazione che sembra prevalere, oppure aspettare la decisione
delle autorità internazionali? "Non ci è arrivato un rigo" che
contraddica la legge, afferma Patuelli a titolo di presidente
della Cassa di Risparmio di Ravenna, prima della diffusione
della nota Consob in serata. Nota firmata dal presidente
Giuseppe Vegas in risposta a un quesito di una società dove la
Commissione rileva "l'atipicità e l'unicità" della materia e
l'assenza di una espressa indicazione nei principi contabili
internazionali. Un problema affrontato anche dagli esperti della
Banca d'Italia: come valorizzare e classificare il patrimonio di
una banca centrale? Mentre sono in corso le discussioni e Tesoro
e Banca d'Italia sono impegnate a fornire delucidazioni e
chiarimenti tecnici che potrebbero richiedere tempi lunghi, la
decisione della Consob permette così di approvare i conti
rinviando a una possibile correzione ex post. Alcune fonti di
settore sottolineano come una indicazione scritta che
contraddicesse la legge avrebbe come effetto uno strascico di
contenziosi legali.
Va ricordato, a parte la questione in conto economico, come
la rivalutazione delle quote per 7,5 miliardi di euro impatti
sul patrimonio (di migliore qualità) degli istituti per una
media di 40 punti base. Un aumento che non potrà però essere
usato nell'esame Bce in corso sull'intero sistema del credito
europeo. Un esame che ora si trova nella seconda fase, quella
della verifica degli attivi (aqr) tramite ispezioni sul campo
condotte da personale Banca d'Italia. Operazione che le banche
affrontano con "serenità" dice Patuelli che sottolinea la serie
di aumenti di capitale quale sforzo responsabile del comparto
gravato da una tassazione fiscale che "lo penalizza" rispetto ai
rivali europei. Al premier Matteo Renzi il presidente Abi
ricorda che "la squadra delle banche non gioca per sé ma per
l'Italia tutta" e chiede di intervenire per alleggerire il
carico fiscale mentre alla Banca d'Italia chiede, "e questo sta
avvenendo" di operare presso la Bce per risolvere dettagli solo
apparentemente tecnici, ma che possono pesare sul comparto
italiano. Una difesa delle banche che piace anche al segretario
Fabi Lando Maria Sileoni che nella sua relazione al ventesimo
congresso dell'organizzazione ha lanciato pesanti attacchi
all'Abi e ai vertici delle banche (molti dei quali presenti in
platea) sui maxi bonus e sui danni del capitalismo di relazione.
(ANSA).
