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>>>ANSA/ Governo lavora su nomine;Senato,no a chi ha patteggiato

Guidi, terremo conto quote rosa; Delrio, nomi a vaglio Tesoro

08 aprile, 20:02
    (ANSA) - ROMA, 8 APR - Conto alla rovescia per le nomine dei
colossi di Stato. Le liste sono al vaglio del Tesoro e, se sui
possibili candidati continua la girandola di voci e
indiscrezioni, almeno una certezza c'é: le donne non mancheranno
e sarà femminile un nome su cinque, nel pieno rispetto della
legge sulle quote rosa. Nel frattempo il Senato, con una
risoluzione votata in Commissione Industria a grande maggioranza
e con il parere positivo del vice ministro all'Economia Enrico
Morando, dà al Governo alcune indicazioni per i nuovi vertici
delle partecipate: meritocrazia, nessun conflitto di interessi,
onorabilità stipendio calmierato con miglioramenti legati al
miglioramenti degli stipendi dei dipendenti, limite dei tre
mandati. E nella sua relazione il presidente Massimo Mucchetti
spinge sulla clausola etica: "chi abbia patteggiato per tangenti
o altri reati simili dovrebbe essere lasciato al settore
privato" si legge.
   "Il governo è composto per il 50% da donne ed è un segnale
molto importante", ha spiegato il ministro dello Sviluppo
economico Federica Guidi aggiungendo quindi che, nella partita
delle nomine, l'esecutivo "non potrà non tener conto delle quote
rosa". Quanto a presunte liste che dal Mise sarebbero giunte al
Tesoro, la Guidi ha categoricamente smentito: "Non ho consegnato
nulla a nessuno", ha spiegato alla trasmissione 2Next su Raidue.
   Stando a queste dichiarazioni, dunque, non solo nelle liste
dei cda che il Tesoro comunicherà un componente su cinque sarà
al femminile, ma è anche lecito aspettarsi che anche qualche
incarico di peso possa essere assegnato a manager donna: la
strada sembra così spianata almeno per uno dei nomi che
circolano con insistenza in questi giorni, quello di Monica
Mondardini, attuale amministratore delegato dell'Espresso,
destinata alla stessa poltrona in Poste Italiane, per la quale
però qualcuno fa anche il nome di Bianca Maria Farina (numero
uno di Poste Vita). Alla stessa carica, sempre stando ai "si
dice" guarderebbe con interesse anche il dg della Rai Luigi
Gubitosi, ma il premier Matteo Renzi sarebbe restio a spostarlo,
per non dover riempire un'ulteriore casella nella tv di Stato.
   Sui cda delle quattro quotate, Eni, Enel, Finmeccanica e
Terna, continua il vorticare di nomi vecchi e nuovi. Al gruppo
petrolifero non appare del tutto scontato l'addio di Paolo
Scaroni (che potrebbe diventare presidente), con Claudio
Descalzi o forse un manager esterno come ad, ma resiste il nome
del 'fuoriuscito' Leonardo Maugeri; all'Enel Fulvio Conti
avrebbe alcune possibilità di essere confermato e, se così
fosse, potrebbe essere associato a un ad di provenienza esterna,
mentre sembrano sulla via del tramonto le ipotesi interne Luigi
Ferraris e Francesco Starace; a Terna, dove Flavio Cattaneo non
avrebbe possibilità di conferma malgrado i buoni risultati
ottenuti, potrebbe finire proprio Starace. Per quanto riguarda
infine Finmeccanica, l'ad Alessandro Pansa, malgrado il buon
lavoro svolto, potrebbe essere sacrificato sull'altare del
rinnovamento e sostituito da un interno come Giuseppe Giordo o
Antonio Perfetti, mentre per il presidente Gianni De Gennaro una
conferma appare possibile.
   Le indiscrezioni, insomma, non mancano, ma per le decisioni
bisognerà aspettare fino all'ultimo minuto utile, vale a dire il
prossimo weekend: la lista dei candidati, ha spiegato il
sottosegretario Graziano Delrio, "è al vaglio del Tesoro", dove
deve pronunciarsi anche il comitato nomine che avrebbe per ora
vagliato solo le candidature delle piccole società minori, ma i
tempi vanno "assolutamente rispettati". Sembra comunque che i
nomi non possano essere fatti prima di giovedì. La partite
aperte sono quelle che riguardano Scaroni e Sarmi e quindi prima
di stilare le liste definitive dei candidati bisogna risolvere
questi passaggi.
  La memoria, allora, corre a tre anni fa, quando dopo settimane
di voci e gossip tutto venne deciso nel giro di poche ore, a
ridosso della scadenza: l'allora governo Berlusconi, tra
l'altro, spiazzò tutti, tirando fuori dal cilindro nomi mai
apparsi prima di allora nel classico toto-nomine, come quello di
Giuseppe Recchi (Eni) e Paolo Andrea Colombo (Enel).
  (ANSA).
          
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