La ricerca dei due dispersi della Concordia è iniziata da terra. Per vedere i primi sub entrare nel relitto serve ancora un po' di tempo. Non tanto, però: si inizierà nei prossimi giorni. Il gruppo interforze chiamato a studiare il piano c'è già. E' lo stesso che operò nei giorni successivi al naufragio, avvenuto il 13 gennaio 2012. Oggi è tornato a riunirsi. Ne fanno parte vigili del fuoco, Marina militare, Guardia costiera, Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza. Fare previsioni è un terno al lotto, ma ''qualche speranza'' di trovare i resti di Russel Rebello e Maria Grazia Trecarichi c'è, dicono gli addetti ai lavori. Già da oggi sono all'opera i robot, che ispezionano il fondale dove era appoggiata la Concordia, inviando le immagini alla 'centrale' del gruppo interforze. Le probabilità di individuare là i resti - era una delle ipotesi formulate nei mesi scorsi - sono molto deboli.
Le ricerche si concentreranno, invece, dentro il relitto, sul lato riemerso, in una zona che finora non era possibile esplorare, vicino a dove sono stati trovati gli ultimi cinque corpi. E' dall'ispezione di quell'area che potrebbe arrivare qualche risultato.
Oggi il gruppo interforze è tornato a riunirsi, anche con la protezione civile. I primi incontri, informali, sono stati in prefettura a Grosseto. Poi all'Isola del Giglio, dove già dalla mattinata sono cominciati a sbarcare mezzi e uomini della Marina militare. In pratica, c'è stato il 'passaggio di informazioni' fra il consorzio Titan Micoperi, che ha gestito la rotazione della Concordia, e il team di ricerca dei dispersi, che si troverà a lavorare in un relitto diverso da quello che conosceva: 'in piedi' e con i segni dell'azione di 20 mesi di onde. I tecnici dovranno individuare i nuovi punti di accesso e i diversi percorsi nella nave.