Condannato all'ergastolo 54 anni dopo l'eccidio delle Fosse Ardeatine, la biografia dell'ex ufficiale delle SS Eric Priebke, lunga cent'anni, e' una storia ricca di capitoli. Nato il 29 luglio 1913 a Hennigsdorf, non lontano da Berlino, proveniva da una famiglia di origini prussiane e rimase orfano di entrambi i genitori a 7 anni. Cresciuto da una zia materna, a 14 anni inizio' a lavorare nel settore alberghiero e a 20 emigro' in Italia per andare a servizio in un hotel della costiera ligure e poi a Londra. Tornato in Germania, si arruolo' nelle SS. Allo scoppio della seconda guerra mondiale viene inviato in Italia. Dopo l'armistizio e fino al maggio 1944 e' a Roma sotto il comando di Herbert Kappler. E nel marzo 1944 partecipo' alla pianificazione e all'esecuzione della strage delle Ardeatine ordinata da Kappler: alcuni partigiani del Gap attaccarono il 23 marzo in via Rasella un reparto del battaglione 'Bozen', le truppe di occupazione tedesca, facendo 32 morti e 110 feriti, oltre a due vittime civili; il giorno dopo per rappresaglia i tedeschi ordinarono l'esecuzione di 335 italiani, antifascisti e membri della resistenza, che furono fucilati uno dopo l'altro nelle antiche cave di pozzolana sulla via Ardeatina. Dopo la sconfitta della Germania, Priebke fuggi' in Argentina, a San Carlos de Bariloche, ai piedi delle Ande, riuscendo cosi' a evitare il Processo di Norimberga. In Argentina rimane decenni: neppure i servizi israeliani riuscirono a scovarlo.
A incastrarlo fu invece l'intervista a un giornalista americano dell'ABC: il 9 maggio 1994 venne arrestato dalla polizia locale. A questo punto le autorita' italiane ne chiesero l'estradizione, concessa nel novembre 1995. Tornato in Italia, l'ex SS fu rinchiuso nel carcere militare 'Forte Boccea' di Roma e la Procura militare ne ottenne il rinvio a giudizio per crimini di guerra. Complessa la vicenda giudiziaria. Dopo che la Cassazione stabili' che competente a procedere era la procura militare, il 1° agosto 1996 il tribunale militare prosciolse Priebke dall'accusa di "concorso in omicidio plurimo continuato" per le Ardeatine, concedendo le circostanze attenuanti e considerando il reato prescritto. Alla lettura della sentenza in aula scoppio' un tumulto. Le proteste si placarono solo quando dal governo italiano arrivarono precise rassicurazioni sul fatto che Priebke non sarebbe stato liberato. La sentenza fu annullata dalla Suprema Corte, che dispose un nuovo processo.
Il 7 marzo 1998 la Corte d'Appello militare condanno' Priebke all'ergastolo, insieme all'altro ex ufficiale delle SS Karl Haas. La Corte di Cassazione nel novembre 1998 confermo' la sentenza, concedendo pero' i domiciliari a causa dell'eta' avanzata. Il 12 giugno 2007 il giudice militare concesse a Priebke, 93enne, il permesso per uscire di casa "per recarsi al lavoro" presso lo studio del suo avvocato. Dopo le polemiche della comunita' ebraica, la misura fu revocata. Nel 2010 la possibilita' di uscire fu concessa per le "esigenze indispensabili": la spesa, la messa o la farmacia. La passeggiata nei giardinetti sotto casa, nel quartiere romano della Balduina, con scorta e badante era un'abitudine. Le ultime forti polemiche attorno a lui risalgono alla fine del luglio scorso, quando organizzo' una festa per i suoi cent'anni. I 90 anni li aveva festeggiati in un agriturismo, suscitando forte indignazione. Un sentimento che e' riemerso 10 anni dopo: l'Anpi parlo' di iniziativa "indecente", scattarono interrogazioni parlamentari per fermare la festa, ma nella Capitale spuntarono numerosi anche manifesti e striscioni con la svastica. E ora, dopo la morte, provochera' senz'altro uno choc l'ultima intervista-testamento in cui Priebke dichiara "la fedelta' al proprio passato".