di Manuela Tulli
Un ''ciclone'' in Curia. Papa Bergoglio fin dall'inizio ha preso in mano il dossier sulla riforma interna premendo l'acceleratore. Ad un anno dalla sua elezione sono arrivate già le prime decisioni concrete, prevalentemente nel settore delle finanze. Troppi gli scandali del passato e poca la trasparenza. E così sul fronte della gestione dei beni materiali il pontefice ha voluto dare subito i primi segnali perché ''la chiesa povera per i poveri'', invocata dallo stesso Bergoglio a tre giorni dalla sua elezione, ha la responsabilità ''di tutelare e gestire con attenzione i propri beni, alla luce della sua missione di evangelizzazione e con particolare premura verso i bisognosi''. Sono parole dello stesso Francesco nel Motu Proprio di qualche settimana fa con il quale ha istituito la nuova struttura di coordinamento per gli Affari economici, che è stata subito chiamata 'super-ministero' delle finanze vaticane, guidata dall'arcivescovo di Sidney, il cardinal George Pell. E che avrà come segretario generale uno degli uomini più vicini a Bergoglio, mons. Alfred Xuereb, già segretario "in seconda" di Benedetto XVI e ora segretario personale di Papa Francesco. Ma il processo di riforma è tutt'altro che concluso: sul fronte economico il consiglio degli otto cardinali che sta aiutando il pontefice in questa delicata missione dovrà affrontare la questione dello Ior, la banca vaticana, troppe volte toccata da scandali. Pensiamo per fare un esempio alle vicende legate a mons. Nunzio Scarano che hanno avuto strascichi ancora nel mese di gennaio. Una parola del cosiddetto 'C8' dei cardinali sullo Ior potrebbe arrivare nella prossima riunione, quella di fine aprile, anche se il coordinatore, il card. Oscar Maradiaga, ha già detto che ''tagliarsi un braccio non è il tipo di chirurgia'' alla quale stanno pensando. Dunque difficile immaginarne la soppressione ma piuttosto è da immaginare una riconversione finalizzata alla ''missione'' dell'istituto, che è poi quello di essere il punto di riferimento finanziario per le opere religiose in tutto il mondo. La riforma delle finanze è tanto più importante per un Papa che ha più volte tuonato contro la ''dittatura dell'economia'', la ''tirannia invisibile'' del mercato. Non si possono invocare modelli economici alternativi e più attenti alla persona, se la trasparenza e l'efficienza della gestione delle risorse non è già un imperativo interno. Di economia, crisi, mercati, in questi primi dodici mesi da Papa, Bergoglio ha parlato tante volte. Tra le parole più forti restano quelle rivolte a maggio dello scorso anno ad un gruppo di neo ambasciatori: ''L'antico vitello d'oro ha trovato una nuova e spietata immagine del feticismo del denaro e nella dittatura dell'economia senza volto ne' scopo realmente umano''. E chi ne fa le spese sono i poveri e gli emarginati.