Un testimone chiave dell'accusa al processo a Oscar Pistorius per l'omicidio della fidanzata, Reeva Steenkamp, ha affermato di aver subito minacce telefoniche poco prima di deporre in aula.
Charl Johnson, un vicino di casa dell'atleta - la sua abitazione si trova a 200 metri da quella di Pistorius - ha testimoniato di aver sentito le urla della vittima e spari nella notte di San Valentino del 2013.
Sua moglie, Michelle Burger, aveva deposto lunedi e martedì scorsi e con Lei l'avvocato del campione sudafricano, Barry Roux, è stato molto aggressivo, tentando di destabilizzarla e di smontare il suo racconto. Oggi, in aula, Johnson ha riferito di aver ricevuto una telefonata mentre era già in tribunale, prima di essere chiamato a deporre. "Questa persona mi ha detto che il mio numero di telefono era stato dato nel corso dell'udienza.
Gli ho risposto che non ero consapevole di questo fatto e che non avevo (ancora) testimoniato". Dopo aver finito la telefonata, Johnson ha raccontato, di essersi accorto che sul suo telefono "c'erano un gran numero di chiamate perse e un messaggio vocale lasciato da qualcuno proveniente dall'estero. Lo sconosciuto, ha spiegato al giudice il testimone, "con tono intimidatorio" ha detto: "Perché mentire in tribunale, sappiamo che Oscar non ha ucciso Reeva". Ora "la mia privacy è stata compromessa" ha concluso Johnson. Il giudice non ha commentato.