Si può fare una dolce vita cafonal con citazioni di Celine, canti gregoriani, sindromi di Stendhal e con al centro una Roma indolente, barocca, papalina, bella quanto distaccata?
Paolo Sorrentino c'é riuscito con 'La grande bellezza'. Una Roma indolente, stra-cafona, con donne di plastica e uomini da poco è quella che Sorrentino ci fa vedere in una serie di quadri esteticamente perfetti. E questo con la guida di una sorta di Virgilio colto, cinico e ironico, ovvero il giornalista e scrittore sessantacinquenne, Jep Gambardella (Toni Servillo).
Un uomo approdato a Roma a ventisei anni (proprio come Federico Fellini) che si porta addosso tutta la fame e la curiosita" della provincia e anche quell'accento napoletano che lo fa tanto blasé. Jep è insomma uno nato ricco. Uno che viene dal Vomero, da Posillipo, un signore che, come dicono gli inglesi, non ha dovuto comprare i mobili per arredare la sua casa. Gambardella è uno che di cose ne sa. E' un dandy sempre inappuntabile, che conosce le persone giuste che vivono la notte proprio come fa lui.
Queste stesse persone le ospita spesso sulla sua terrazza che dà sul Colosseo. Tutti sono passati su quella terrazza dove si balla, si beve e si sniffa quella coca di cui il Tevere è pieno: la radical chic moralista, supponente e ricca; una sorta di guru del botulino che siringa e sentenzia i suoi pazienti; l'artista che fa performance autodistruttive e che parla di vibrazioni (ma Jep non ci casca); la spogliarellista agé (una coraggiosa Sabrina Ferilli che si presta ad un ruolo innocente e naif) che guarda con disincanto il mondo di Jep; l'uomo di spettacolo fallito, ambizioso e fragile, interpretato da uno straordinario Verdone, buffo con degli ingombranti occhiali e i suoi soliti impacci e, infine, c'e la missionaria in odor di santità che ha sposato la povertà e mangia radici.
Ma i veri protagonisti di 'La grande bellezza' sono la folla di parvenu, politici, giornalisti, attori, nobili decaduti, alti prelati, artisti e intellettuali veri o presunti. Sono loro a ballare al ritmo techno nelle feste dove Jep è un vero leader. "Non volevo essere semplicemente un mondano, volevo diventare il re dei mondani. Io non volevo solo partecipare alla feste, io volevo avere il potere di farle fallire" dice a se stesso Jep nel film. E ancora su questo mondo:"é tutto sedimentato sotto il chiacchiericcio e il rumore, il silenzio, il sentimento, l'emozione e la paura, gli sparuti incostanti sprazzi di bellezza e poi lo squallore disgraziato e l'uomo miserabile". Ideato e scritto dallo stesso Sorrentino con Umberto Contarello, il film è dedicato al giornalista napoletano Giuseppe D'Avanzo scomparso due anni fa. Accanto a Toni Servillo e agli attori già citati troviamo: Carlo Buccirosso, Iaia Forte, Pamela Villoresi, Galatea Ranzi, Anna Della Rosa, Giovanna Vignola, Roberto Herlitzka, Massimo De Francovich, Giusi Merli, Giorgio Pasotti, Massimo Popolizio, Isabella Ferrari, Franco Graziosi, Sonia Gessner, Luca Marinelli, Dario Cantarelli, Ivan Franek, Anita Kravos, Luciano Virgilio, Vernon Dobtcheff, Serena Grandi e Lillo Petrolo. Frase cult de 'La grande bellezza'', che esce in Italia il 21 distribuito da Medusa è quella che dice Jep: "quando ero giovane chiedevano a noi ragazzi quale era la cosa più bella del mondo. Tutti i miei amici dicevano 'la fessa', mentre io dicevo 'l'odore delle case dei vecchì.
Ero destinato, per questa mia sensibilità, a diventare scrittore". Infine questa la frase da 'Viaggio al termine della notte' di Louis Ferdinand Celine che si legge in apertura del film. "Viaggiare, è proprio utile, fa lavorare l'immaginazione. Tutto il resto è delusione e fatica. Il viaggio che ci è dato é interamente immaginario. Ecco la sua forza. E poi in ogni caso tutti possono fare altrettanto. Basta chiudere gli occhi...".