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Moda e salti, Justine-Chloe sorelle da podio

Per mamma Johane sono come i lati di un triangolo. Complementari. Anche se rivali quando, infilati scarponi e casco, volteggiano tra neve e aria: Justine, Chloe e Maxime hanno 'occupato' il freestyle a Sochi, rendendo il podio olimpico un affare della famiglia Dufour-Lapointe. Oro e argento per le prime due, con la più piccola - vent'anni a marzo - che all'esordio è volata subito sul gradino più alto. Due bionde e una bruna, le tre spericolate arrivate da Montreal si sono ritagliate una bella fetta di notorietà a questi Giochi: "Faccio questo sport perché volevo imitare le mie sorelle" ha ammesso Justine, neo campionessa olimpica, salita sul podio con le guance ancora arrossate da freddo e fatica, e la mano stretta a quella di Chloe.

Sotto la mamma, ad applaudire con i lacrimoni agli occhi. Cresciute nel Quebec con la passione per lo sport, uno zio pattinatore e tante idee per la testa, Djoue, la piccolina d'oro, sognava di venire ai Giochi con le sorelle: accontentata, ha fatto subito le scarpe alle due più grandi. Un accessorio che pure le piacerebbe disegnare: appassionata di fotografia e interior design, è nella moda che la giovane olimpionica vorrebbe esprimere la parte più creativa di sé. "Adoro gli abiti - ha raccontato - non siamo solo atlete, siamo anche ragazze: ho questa idea, noi paghiamo per i nostri abiti e così ho deciso che voglio creare un marchio di abbigliamento per giovani". Intanto però si concentra sulle 'gobbe', la specialità che le ha regalato il brivido a cinque cerchi. E faccio un gran lavoro sulla mia testa: nei tre minuti prima della gara mi ripeto delle parole chiave, focalizzo i movimenti, sento la mia energia".

Chloe, a Vancouver era arrivata quinta: 22 anni con la passione per il surf e la vela, come la sorellina è dedita anche alla solidarietà. Sostiene una organizzazione no profit che aiuta giovani in difficoltà. Maxime, la più grande, è finita dodicesima e contenta perché il sogno prima di Sochi "era arrivare qui con le mie sorelle e l'ho realizzato". Papà Yves, ingegnere, non sta nella pelle: "Sono orgoglioso delle mie ragazze, la loro determinazione è incredibile. Per me la vita aveva una strada, loro me ne hanno indicata un'altra e ora eccole lì sul podio olimpico". Mamma Johane ancora non ci crede: "Sanno quello che vogliono, Justine aveva solo 12 anni e voleva salire sul podio. Ci è riuscita". La famiglia Dufoure-Lapointe è già un brand.

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