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ANALISI Lefebvriani addio?

20 febbraio, 16:57
Giovanna Chirri Giovanna Chirri
ANALISI Lefebvriani addio?

di Giovanna Chirri

 "Ha investito molte energie", "non ha raggiunto lo scopo", comunque il Papa si è esposto alla "incomprensione" dei diversi versanti ecclesiali. La constatazione del presidente dei vescovi tedeschi Robert Zollisch suona come un epitaffio al tentativo di recuperare i lefebvriani alla Chiesa cattolica tenacemente perseguito da Benedetto XVI. Illumina lo stato d'animo del Papa di fronte al fallito riavvicinamento alla Fraternità sacerdotale San Pio X, e segna una consapevolezza dei vescovi delle difficoltà affrontate dal Papa che viene solo al momento della rinuncia al pontificato: "E' stato criticato - osserva Zollisch - e naturalmente non poteva soddisfare le numerosissime aspettative, l'una dipendente dall'altra. Zollisch chiede anche "perdono" "per tutti gli errori che forse sono stati fatti nei suoi confronti dalla Chiesa in Germania"

. A Joseph Ratzinger, non amato in Patria dai tempi in cui era prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, il capo dei vescovi tedeschi dice "con grande forza" "grazie" "per aver alimentato la la nostra gioia di essere cattolici e di trovare nella Chiesa una Patria". Sarà sulla scrivania del prossimo Papa, e con quale livello di attenzione, il dossier sui lefebvriani? E' un dossier che, soprattutto a partire dal 2006, Benedetto XVI ha seguito con determinazione, nel tentativo di ricomporre lo scisma, fino a liberalizzare la messa in latino, per sottrarre argomenti e fedeli ai seguaci di Marcel Lefebvre. Certo la "sinistra" ecclesiale mal ha sopportato e probabilmente non ha mai compreso, la mano tesa di papa Ratzinger che ha tra l'altro portato, nel 2009 al disastroso caso Williamson: il vescovo lefebvriano al quale il Papa ha tolto la scomunica senza essere a conoscenza delle sue dichiarazioni negazioniste. La crisi indotta da questo episodio ha investito i rapporti con le comunità ebraiche, anche se nel ricomporla il Papa si è mostrato maestro. Cosa fare per riassorbire lo scisma lefebvriano senza tradire il Concilio resta il quesito irrisolto.

Papa Ratzinger non ha mai voluto una soluzione "pro forma", e quella sostanziale si é scontrata con le rigidezze e le intemperanze dei seguaci di Lefebvre, che sui loro siti continuano a criticare pesantemente il Concilio, sia per il ruolo del Papa, che per la liturgia, che per le relazioni con gli ebrei. E continuano a rifiutare le soluzioni dottrinarie proposte dal Vaticano. Solo qualche settimana fa inoltre le dichiarazioni di Bernard Fellay, superiore della Fraternità San Pio X, definendo gli ebrei "nemici della Chiesa" hanno suscitato nuovo imbarazzo in Vaticano. La rinuncia di Benedetto XVI al pontificato ha suscitato ammirazione in Fellay: "malgrado le divergenze dottrinali manifestate ancora in occasione dei colloqui teologici tenuti fra il 2009 e il 2011, - ha affermato in una nota ufficiale - la Fraternità San Pio X non dimentica che il Santo Padre ha avuto il coraggio di ricordare che la messa tradizionale non era mai stata abrogata, e di sopprimere gli effetti delle sanzioni canoniche portate contro i suoi vescovi, in seguito alle consacrazioni del 1988". Ma la palla è ormai al nuovo Papa. (giovanna.chirri@ansa.it)

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