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Card.Agnelo, basta coperture preti pedofili

Prossimo pontefice faccia pulizia, ma si' a Mahony in conclave

21 febbraio, 14:23

''Il prossimo Papa non sara' scelto per l'eta' o per la provenienza geografica, ma per la sua capacita' di affrontare le nuove sfide che la Chiesa di Roma ha di fronte, tra cui quella della pedofilia e delle sue coperture''. Ne e' convinto il cardinale brasiliano Geraldo Majella Agnelo, 79 anni, arcivescovo emerito di Salvador, secondo il quale ''c'e' una grande aspettativa attorno al prossimo conclave, considerando il momento storico che stiamo vivendo con le sue difficolta' e le sue sfide''.

In una intervista telefonica all'ANSA, l'ex primate della Chiesa cattolica brasiliana, che ha il maggior numero di fedeli al mondo, ritiene che le principali sfide del momento siano rappresentate ''dalla violenza, che e' ovunque, e dalla mancanza di dialogo: non si prova piu' a risolvere le controversie in modo pacifico. Ma la sfida piu' difficile per la Chiesa, per il cardinali e per i vescovi sara' quella di porre fine alle connivenze che hanno coperto gli scandali di pedofilia, escludendo i colpevoli dallo stato clericale e puntando molto anche sulla formazione dei nuovi sacerdoti. Il prossimo Papa dovra' agire con fermezza in questa direzione, nel solco di quanto fatto da Benedetto XVI''.

Entrando nella vicenda del cardinale statunitense Roger Mahony, accusato di aver coperto numerosi casi di abusi sessuali su minori da parte di preti pedofili quando era arcivescovo di Los Angeles, Majella ritiene che ''la pedofilia e l'omosessualita' sono colpe molto gravi, ma nessuno puo' impedirgli di entrare in conclave. Tecnicamente, secondo il diritto canonico, non e' possibile impedire ad un cardinale di votare in conclave: non si puo', per nessun motivo. Tutti possiamo votare ed essere votati''.

''E' molto triste che (Mahony, ndr) si trovi in questa difficile situazione di fronte all'opinione pubblica, deve causargli molta sofferenza'', ha aggiunto. Riguardo alle dimissioni di Benedetto XVI, Majella esclude motivi che non siano strettamente legati alle sue condizioni di salute. ''Si e' dimesso perche' non riusciva piu' a far fronte fisicamente alle sfide della Chiesa, ma non sta fuggendo dal dovere: sta solo anteponendo gli interessi della Chiesa a quelli personali''. ''Il suo successore - ha aggiunto - dovra' proseguire il lavoro cominciato da Pietro, dovra' tentare di tenere assieme la Chiesa universale e la curia romana. Il numero dei dicasteri e' aumentato e tutto cio' necessita un impegno sempre maggiore da parte della curia e del Papa''. 

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