ANALISI La scomunica e la ghigliottina
23 febbraio, 18:19di Giovanna Chirri
Il maggior concentrato di scomuniche di tutto il diritto canonico interessa i "principi della Chiesa" e riguarda l'elezione del papa. C'é tra l'altro la "scomunica latae sententiae", cioé automatica, per i cardinali che in conclave abbiano comportamenti come "simonia", o "patteggiamenti, accordi, promesse" per "dare o negare" il voto. C'é la "'proibizione'', anche ai cardinali, quando il papa è ancora in vita, di "promettere voti o prendere decisioni in conventicole private". C'é una serie di norme contro possibili interferenze tra interessi e comportamenti mondani e la scelta del successore di Pietro, il vicario di Cristo in terra. La Chiesa, fatta di uomini, protegge la validità della elezione papale dagli umani difetti.
"E' irrilevante ai fini della validità degli atti elettivi - sottolinea il canonista mons. Juan Arrieta - qualsiasi condotta irregolare" dei cardinali. E questa "rigidità va capita con il senso della prospettiva storica, delle tante esperienze e tanti rischi che si vogliono evitare" nella elezione di un papa, commenta Arrieta. Brandendo commi come fossero un fioretto il canonista demolisce senza citarla, qualsiasi richiesta di gruppi di fedeli che il card. Roger Mahony, accusato di aver coperto preti pedofili, non entri in conclave; richiesta che ha dato il "là" sui media alla caccia alle varie fattispecie di indegnità cardinalizia che, forse, assottiglierebbero il numero degli elettori più della malattia e degli impedimenti. Mentre Benedetto XVI è in preghiera, la macchina curiale marcia per la normale amministrazione, pubblicando tra l'altro una serie di nomine tra cui spicca quella a nunzio in Colombia di mons. Ettore Balestrero, finora "viceministro degli Esteri".
"Nomine decise da tempo" visto che quella a nunzio, tra l'altro, richiede l'assenso del Paese interessato, commenta padre Federico Lombardi a chi gli chiede lumi. Sono di questi giorni infatti articoli che chiamano in causa Balestrero, con altri ecclesiastici, per misfatti che sarebbero stati denunciati al Papa dalla commissione dei tre cardinali che ha indagato su Vatileaks. Tra scomuniche e proibizioni, la legge della Chiesa sul conclave contiene anche la "preghiera" del papa a "colui che sarà eletto" di "non sottrarsi all'ufficio, cui è chiamato, per il timore del suo peso": "nel conferirgli il gravoso incarico" Dio "gli dà anche l'aiuto per compierlo e, nel donargli la dignità, gli dona la forza affinché non venga meno sotto il peso dell'ufficio". La Costituzione è la "Universi Dominici Gregis" (UDG) del '96, e' firmata da Giovanni Paolo II. Benedetto XVI, nel modificarla nel 2007 per la parte sugli scrutini, non ha toccato questa preghiera del papa polacco al suo successore, a lui ignoto. Nella prima udienza con i suoi connazionali pochi giorni dopo l'elezione Joseph Ratzinger parlò di una "ghigliottina" che era caduta sul suo capo nella Sistina. Il suo assenso alla elezione, si comprende ancora di più dopo la rinuncia al pontificato, fu per il bene della Chiesa. Certo "il peso dell'ufficio" di cui parla la UDG deve avergli davvero consumato il vigore fisico e dell'animo,come ha spiegato annunciando la rinuncia. (giovanna.chirri@ansa.it)