Percorso:ANSA.it > Diario Vaticano > News
Vaticano tutte le news
L'ultimo Angelus di Benedetto XVI

CITTA' DEL VATICANO - "In questo momento della mia vita il Signore mi chiama a salire sul monte". Nell'ultimo suo Angelus Papa Benedetto XVI si congeda così dai centomila fedeli accorsi a piazza San Pietro per salutarlo. Il Vangelo di oggi è quello della Trasfigurazione quando Gesù sale sul monte Tabor e il Papa dice di sentire questa Parola di Dio "in modo particolare rivolta a me". Ma assicura: "questo non significa abbandonare la Chiesa. Anzi, se Dio mi chiede questo è proprio perché io possa continuare a servirla con la stessa dedizione con cui l'ho fatto fino ad ora, ma in un modo più adatto alla mia età e alle mie forze".

Sempre con riferimento al Vangelo della Trasfigurazione Papa Ratzinger ricorda che anche quando Pietro salì sul monte Tabor a pregare e voleva restarci, pregando fu ricondotto "al cammino, all'azione". La folla lo interrompe più volte per applaudirlo e acclamarlo. Il Papa, schivo come sempre ma commosso, dice solo "grazie grazie" ma prosegue nella sua catechesi sulla importanza, il "primato", come lui stesso dice, della preghiera. Alla quale il pontefice si dedicherà da venerdì a tempo pieno. Perché senza la preghiera - avverte - "tutto l'impegno dell'apostolato e della carità si riduce ad attivismo".

La coda dei fedeli per 'esserci' era iniziata a Piazza San Pietro già prima delle 10, un paio d'ore prima rispetto alle 12 dell'Angelus. Una folla comunque composta, gioiosa. Bandiere e cartelli da tutto il mondo. "Non sei solo, io sono con te", è la scritta su un cartoncino colorato tenuta da una bambina". Non si contano gli striscioni con la scritta "grazie".

E anche lui, dopo i quindici minuti di Angelus, nulla di più anche se è l'ultimo, ringrazia e assicura a tutti: "nella preghiera saremo sempre vicini".

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA