Scismi, eresie, conclavi: i Papa re dello schermo
Da Monicelli a Magni le pagine di cinema storico
07 marzo, 17:21di Giorgio Gosetti
Benche' si tratti di un soggetto che incute rispetto fino a tenere la cinepresa per molto tempo lontana dalle segrete stanze del conclave, quello del papa e' un personaggio di tale carisma che il cinema prova ad occuparsene fin dalla sua nascita. Si data al 1896 la prima pellicola che ha al centro l'uomo con la mantellina bianca: e' 'Sua Santita' papa Leone XIII' diretto da Vittorio Calcina. Rimane piu' nel Guinness dei primati che nella storia del cinema, ma infrange subito un tabu' che nella societa' dell'epoca sembrava invece unanimemente rispettato: poche foto, nessuna intervista, dichiarazioni solo 'ex cathedra'. Cosi' il papato comunicava col mondo ai tempi di Calcina, che invece va a riprendere il papa del suo tempo.
Ma per lungo tempo si trattera' di una vera eccezione e si preferira' collocare l'autorita' della Chiesa sullo sfondo di grandi pagine storiche. Una vera e propria filmografia delle apparizioni papali sul grande schermo e' praticamente impossibile. Conviene inseguire le associazioni di idee e le apparizioni piu' incisive. E si puo' allora cominciare (se non altro per ragioni cronologiche) con Leone I, l'eroico pastore della Chiesa che si oppone a Attila (Anthony Quinn) nel film omonimo di Pietro Francisci (1954). Il regista si guarda bene dal mostrare il pontefice, ne fa sentire solo la voce. Della lunga stagione dei papi e antipapi si occupa con un passaggio folgorante Mario Monicelli in 'Brancaleone alle crociate' (1970), col ritratto indimenticabile di Papa Gregorio e del suo oppositore; una contesa che verra' portata davanti a un santo stilita con perfetta ricostruzione dei sofismi tipici del Medioevo.
Ed e' curioso scoprire che se Innocenzo III appare brevemente con la sua corte di straccioni e cardinali nel 'Fratello sole sorella luna' di Franco Zeffirelli (1972), anche Celestino V, il papa del Gran Rifiuto, ha avuto gloria di celluloide. Purtroppo il film e' ben poco visto: lo ha firmato Stefano Amadio nel 2008 e si intitola 'Malatempora'. Pur con mezzi limitati e scenari originali, ricrea bene lo spirito del 'Dugento' e un sapore da ballata sul cui sfondo si stagliano momenti drammatici nella storia della chiesa. Del resto al suo grande rivale, Bonifacio VIII, e' andata molto meno bene visto che solo nel 1911 se ne ricordo' Girolamo Lo Savio in una breve pellicola in costume a lui intitolata. Al Medioevo appartiene poi un personaggio sospeso tra storia e mito che ha sempre affascinato il cinema: la Papessa Giovanna. Due i film da ricordare: 'La papessa Giovanna' di Michael Anderson e 'La Papessa' del tedesco Soenke Wortmann. I papi 'forti' del Rinascimento sono invece strumenti perfetti nelle mani degli sceneggiatori.
Su tutti primeggiano Papa Borgia, celebrato dalla miniserie spagnola 'Los Borjas'. Ma anche il Papa soldato Giulio II di 'Il tormento e l'estasi' (Carol Reed, 1965) che si contrappone a Michelangelo, oppure Sisto V che resta scolpito con le fattezze di Mario Adorf in 'State buoni se potete' di Luigi Magni (1983). E Gigi Magni resta senz'altro il regista dei papi per eccellenza, con la sua passione per una Roma papalina, ottocentesca, libertaria, conservatrice, paradossale. Da 'Nell'anno del Signore' a 'In nome del papa re', sono molti i suoi film che mettono in scena la curia papale, con speciale predilezione per quella di Pio IX, volta a volta impersonato da Gianni Bonagura o Carlo Bagno.
In quella stessa Roma, ma siamo nel 1809, vive anche Pio VII, bersaglio preferito delle burle del pacioso 'Marchese del grillo' (diretto da Mario Monicelli) che non esita a usare anche un suo tremebondo sosia, carbonaro dalla vocazione incerta. Con l'arrivo dei bersaglieri a Porta Pia e la precipitosa fuga dell'ultimo Papa Re, si chiude una pagina di storia illustrata dal cinema. Ma il '900 aprira' un dialogo tra la cinepresa e il successore di Pietro segnato per sempre dalla salita al soglio del primo attore diventato sacerdote e poi papa.