A Cafarnao, nella casa di Pietro, il primo papa
Tra i pellegrini, prossimo pontefice pensi a cura anime
18 marzo, 14:56di Massimo Lomonaco
Chiunque sia il prossimo pontefice, dovra' affrontare grandi problemi ma soprattutto pensare di piu' alla cura delle anime. I pellegrini che affollano i luoghi cristiani sul Lago di Tiberiade - dove Gesu', secondo quanto narrato dal Vangelo di Matteo, scelse Pietro, il pescatore, come suo successore e 'pietra' della sua Chiesa - sembrano avere pochi dubbi su che cosa dovra' puntare il prossimo conclave da cui uscira' il nuovo papa. Incolonnati in gite organizzate - tra la Chiesa delle Beatitudini e la casa di Pietro, primo pontefice della storia, a Cafarnao - risalgono in buon ordine, dopo aver lasciato gli autobus al parcheggio, le stradine che portano alla scoperta dei posti simbolo della fede. Il sole picchia duro e non lascia scampo, di fronte alla grande distesa d'acqua del lago, vanto del turismo israeliano. Sudafricani, americani, romeni, spagnoli, italiani ( per citare solo alcune delle nazionalita' incontrate) si mischiano e si danno il cambio nelle visite, ma si dividono invece alla domanda su chi preferirebbero come nuovo papa. ''E' l'ora di un papa africano. Una persona - risponde una coppia di sposi sudafricani - che sappia parlare al continente nero e che capisca i suoi immensi problemi''. I due non fanno nomi di papabili preferiti, ma invitano il prossimo pontefice a permettere che ''i sacerdoti si sposino, che abbiano cosi' qualcuno di supporto: una donna accanto che li sappia sostenere nel loro operato''. Sulla ''grandezza'' dei problemi che il nuovo pontefice avra' davanti a se', concorda anche un pellegrino romeno dal francese fluente. ''Sono ortodosso - dice mentre esce dalla Chiesa delle Beatitudini a picco sul lago- ma credo che la chiesa debba dare risposte a molte domande: un compito difficile''. La sua preferenza - dopo essersi dichiarato d'accordo con la scelta delle dimissioni di Benedetto XVI - va ad un papa ''europeo'' ma subito dopo si corregge: ''vanno bene tutti purche' sappiano affrontare i problemi e proteggere la fede cristiana''. ''Vorremmo che il nuovo papa avesse a cuore il nord e il sud America'', interviene deciso un altro pellegrino accompagnato dalla moglie: sono entrambi di New York e non hanno esitazioni a schierarsi per l'elezione di Timothy Dolan, arcivescovo di New York e presidente della Conferenza episcopale Usa. Nazionalista anche la pellegrina che arriva da Cassino: ''mi piacerebbe fosse italiano o tutt'al piu' europeo. A parte questo - spiega ancora - il nuovo papa deve spingere la chiesa a pensare di piu' alle anime che alla politica. Meno struttura e di piu' in mezzo alla gente''. Sulle dimissioni di Benedetto XVI offre una risposta diplomatica: ''in linea di principio un papa non dovrebbe mai lasciare, ma davanti a tante scelte cosi' difficili, alla sua eta' ha fatto bene''. Padre Francisco, prete del sud della Spagna, in visita alla Casa di Pietro a Cafarnao, a pochi metri dal lago, osserva l'affollarsi dei pellegrini dietro le guide e dice di apprezzare la decisione di Ratzinger: ''in lui ho visto l'umilta' e l'umanita'''. Dal nuovo papa si aspetta che ''faccia quello che Gesu' farebbe''. Poi, davanti alle rovine dell'antica sinagoga che sorge proprio accanto, aggiunge: ''il prossimo pontefice punti sull'autenticita' della chiesa, sull'umanita' di Cristo e la salvezza di tutti gli uomini''. Ma forse la migliore risposta la offre suor Maria Colomba - irachena di Mosul - di guardia alla Chiesa della Beatitudini: ''Ci pensera' lo spirito santo a scegliere il nuovo papa''. (ANSA).