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Le Guardie Svizzere, 500 anni di storia

Destinato a difesa Papa, per ordine pubblico c'e' gendarmeria

26 marzo, 15:01
Le Guardie Svizzere, 500 anni di storia Le Guardie Svizzere, 500 anni di storia
Le Guardie Svizzere, 500 anni di storia

di Paolo Petroni

Ora che Benedetto XVI non e' piu' Pontefice, ma Papa Emerito, davanti ai cancelli della Villa di Castel Gandolfo, dove si e' ritirato, non ci sono piu' le Guardie svizzere e a vigilare provvede quella che viene chiamata Gendarmeria Pontificia. Sara' un dispiacere per gli eventuali turisti, sempre attratti da questo corpo militare composto di giovani uomini di alta statura che portano colorati pantaloni a sbuffo e a righe di foggia rinascimentale, il pettorale di metallo, l'elmo con un gran pennacchio rosso e un'antica alabarda in mano, una divisa che la leggenda vuole disegnata da Michelangelo.

Quello delle Guardie svizzere, i cui membri appunto, per tradizione, provengono tutti dalla Confederazione Elvetica, e' un esercito che oggi conta un centinaio di elementi, ma ha una lunga storia, se all'inizio del 2006 ha festeggiato i 500 anni di vita e servizio presso lo Stato Pontificio. Sin dal Medioevo i cantoni elvetici erano molto poveri e gli uomini finivano per fare i mercenari e gli svizzeri avevano fama di eroismo, nobilta' d'animo e fedelissimi. Cosi' alla fine del Quattrocento, un bel gruppo scese nel nostro Paese con l'esercito di Carlo VIII, che tra i generali aveva Giuliano Della Rovere, uomo valoroso in armi e anche cardinale (nominato dallo zio Sisto IV).

Questi, divenuto papa nel 1503 col nome di Giulio II, nel 1505 inoltro' alla Confederazione Svizzera la richiesta di 200 mercenari. 150 soldati si misero allora in marcia, entrarono a Roma da Porta del Popolo, presero alloggio nelle scuderie del Papa e il 22 maggio 1506 presero servizio. Il loro eroismo e spirito di sacrificio fu messo alla prova non molti anni dopo, il 6 maggio 1527, durante il sacco di Roma dei lanzichenecchi di Carlo V: di 186 di loro ne morirono 144 per proteggere Clemente VII e gli altri 42 si salvarono per scortarlo nella fuga lungo il passetto di Borgo, dai Palazzi vaticani a Castel Sant'Angelo. Nei secoli seguenti, gli svizzeri erano destinati alla difesa del Papa e delle sua residenza, anche se tra fine Cinquecento e nel Seicento furono affiancati dai cosiddetti Cavalleggeri del Papa, due compagnie di una cinquantina di individui, e dalle Corazze, mentre a Castel Sant'Angelo c'erano i Bombardieri, composti da vari gruppi.

In citta' comunque erano diversi i corpi militari e il piu' celebre e turbolento era quello dei soldati provenienti dalla Corsica (ne aveva chiamati 600 Clemente VIII nel 1603), cosi' le giornate, e soprattutto le notti non erano sempre tranquille e si registravano scontri tra i vari gruppi. Nel 1642 si ebbe uno dei periodi piu' agitati e cruenti, che fini' in maggio con sette uomini impiccati in piazza a Borgo. Dopo la Breccia di Porta Pia, nel 1870, le guardie svizzere rimasero solo a difesa personale del papa nei suoi alloggi e il loro numero fu fissato in 100 (piu' 5 ufficiali e un comandante) da Pio X nel 1914. Solo durante la Seconda guerra mondiale Pio XII porto' il corpo a oltre 300 effettivi, sia per ragioni di sicurezza, sia per dare aiuto ai tanti rifugiati in Vaticano.

Le funzioni di ordine pubblico, di sicurezza e di polizia giudiziaria sono invece oggi responsabilita' della Gendarmeria, che fu potenziata dopo i Patti Lateranensi. Nata nel 1816 come Corpo dei carabinieri pontifici, la Gendarmeria, oggi Ufficio centrale di vigilanza con tutte le funzioni previste dal vecchio regolamento, ebbe fine, almeno con quel nome, nel 1970 quando Paolo VI abolì i Corpi Militari, tranne la Guardia Svizzera. 

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