Percorso:ANSA.it > Diario Vaticano > News
Le passioni di Papa Francesco

La sua passione sembra essere la gente, il popolo, quello al quale ha chiesto nella sua prima apparizione alla finestra del palazzo apostolico di pregare per lui. Lontano da una Chiesa che se autoreferenziale rischia di essere "autistica", ha preferito finora spostarsi in metropolitana e, fino ad oggi amava definirsi "Jorge Bergoglio, prete".

Il profilo del nuovo Papa, che ha scelto il nome di Francesco, è tracciato nel libro-intervista del 2010 "Il gesuita", di Francesca Ambrogetti e Sergio Rubin, nel quale Bergoglio ricorda le sue origini italiane e rivela anche le sue passioni di uomo, da quella per la letteratura e, da buon argentino, per il tango, fino ai ricordi di una fidanzata prima dell'arrivo della vocazione. "L'opzione principale è scendere per le strade a cercare la gente: questa è la nostra missione", afferma netto Bergoglio nel libro, mettendo in guardia da "una Chiesa autoreferenziale" alla quale può succedere "come ad una persona autoreferenziale: diventa paranoica, autistica".

Il padre "era di Portacomaro", della provincia di Asti, "e mia madre - racconta - di Buenos Aires, con sangue piemontese e genovese". Nel 2005 poteva diventare il successore di Giovanni Paolo II: i media ne parlavano come uno dei candidati più accreditati facendogli allora provare "pudore, vergogna". Nel libro c'é spazio per i ricordi ed anche per le sue passioni: il suo film preferito è 'Il pranzo di Babette', il suo dipinto ideale la 'Crocefissione Bianca' di Chagall. Quanto alla letteratura nutre amore per I promessi sposi e la Divina Commedia.

Per lo sport, ovviamente, il calcio. Nella musica il preferito è Beethoven. Ma nel libro c'é anche il capitolo 'Mi piace il tango', dove il papa rivela di aver avuto una fidanzata: "Era del gruppo di amici con i quali andavamo a ballare. Poi ho scoperto la vocazione religiosa". Nel libro di Ambrogetti e Rubin Bergoglio tocca anche uno dei punti più controversi e delicati con cui è alle prese la Chiesa, quello della pedofilia. "Se c'é un prete pedofilo è perché porta in sé la perversione prima di essere ordinato.

E sopprimere il celibato non curerebbe tale perversione. O la si ha o non la si ha", dice Bergoglio, secondo il quale "bisogna stare molto attenti nella selezione dei candidati al sacerdozio. Nel seminario di Buenos Aires ammettiamo circa il 40% dei candidati, e facciamo un attento monitoraggio sul processo di maturazione".

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA