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ANALISI La prima udienza del papa senza casa

di Giovanna Chirri

27 marzo, 19:27
Giovanna Chirri, vaticanista ANSA Giovanna Chirri, vaticanista ANSA
ANALISI La prima udienza del papa senza casa

"Gesù non ha casa perché la sua casa è la gente, siamo noi, la sua missione è di aprire a tutti le porte di Dio, esser la presenza di amore di Dio". Parole del Papa ancora senza casa, durante la prima udienza generale in piazza, una festa con 15.000 persone e quasi mezz'ora di saluti tra la folla, baciando bambini e scambiando battute. Riprenderemo dopo Pasqua le catechesi sull'Anno della fede, spiega papa Francesco, che però per questo suo primo appuntamento con le udienze generali, cambia ordine del giorno e e un po' le abitudini: i saluti ai diversi gruppi linguistici li rivolge in italiano e lo speaker li traduce nelle diverse lingue, arabo compreso.

Oggi gli preme soprattutto spiegare il senso della Settimana santa, come esperienza di uscita da sé per andare incontro a Dio e, come ha fatto Dio, andare incontro agli uomini. Il resto è tutta una festa, tra l'altro grazie anche ai tantissimi giovani presenti in piazza, di cui circa 4.000 dell'incontro Univ2013. La prima udienza conferma lo stile informale di papa Francesco, e il suo andare all'essenziale. Anche nella predicazione, che è molto efficace, mai banale, attenta alla spiritualità e alle reazioni dei personaggi: oggi è la volta di san Pietro, che "appena Gesù parla di dono di sé, scappa".

Prima dell'udienza papa Bergoglio ha celebrato - tra l'altro assimilando il pettegolezzo contro gli altri al tradimento di Giuda - a Casa Santa Marta, dove continua ad abitare, e ha fatto una improvvisata ai dipendenti vaticani che ascoltavano la messa in San Pietro, chiedendo loro di pregare per lui, un "peccatore". Non abitare nell'appartamento papale, che ai tempi dei suoi predecessori molti chiamavano con la "A" maiuscola, dà al papa una grande libertà di movimento, gli consente di organizzarsi e muoversi in modo abbastanza indipendente dagli uffici e dalle burocrazie, sicché può guardarsi intorno e farsi una idea delle situazioni, fare esperienza di prima mano. Una libertà d'azione che manterrà i suoi frutti anche se in futuro decidesse di abitare nel Palazzo vaticano. Intanto vive senza programma, forse spiazzando le burocrazie, ma conquistando fedeli e non credenti.

(giovanna.chirri@ansa.it)

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