D'Annunzio astemio fra digiuni e ‘Panarda’
16 maggio, 20:29PESCARA - "Era convinto che il vino potesse essere escluso dal vitto di un gastronomo, arrivando addirittura a sostenere 'che non si poteva essere un buon ghiottone essendo anche un buon beone'": è un Gabriele D'Annunzio astemio quello descritto da Enrico Di Carlo nel libro 'Gabriele d'Annunzio e l'enogastronomia della memoria’ (la presentazione oggi, alle 18.30), al Salone Internazionale del Libro di Torino nell'ambito degli eventi coordinati dalla Regione Abruzzo (stand S76, padiglione 3) per i 150 anni dalla nascita di D'Annunzio. Con l'autore saranno l'editore, Domenico Verdone, e il caricaturista Marco Martellini, autore del disegno di copertina. Il poco interesse per il vino, racconta Di Carlo - ricordando che comunque anche la madre, donna Luisetta, era astemia - non impediva al Vate di riconoscerne il valore e di tessere quindi le lodi, tra l'altro, della Vernaccia di Corniglia, sul litorale delle Cinque Terre, "celebrata già dal Boccaccio e annoverata dal poeta tra le delizie offerte agli ospiti vegnenti nella feria d'agosto"; e dell'olente vino d'Oliena al quale d'Annunzio lega il ricordo di quando, in compagnia di Edoardo Scarfoglio e Cesare Pascarella, giunse nella "ospitale Sardegna tra i Sepolcri dei Giganti e le Case delle Fate". Mangiava poco D'Annunzio, si sottoponeva abitualmente a digiuni anche di 48 ore, poi, quando però ricominciava a mangiare lo faceva, diceva lui stesso, come un "feroce lupo della Majella". Però con la Panarda - rito gastronomico che prevede in tavola fino a 50 portate - aveva certamente un rapporto traumatico. Si racconta che durante la campagna elettorale del 1897, nella provincia di Chieti dove i grandi elettori organizzavano sontuosi banchetti, invitato a uno di questi eventi si sentì male o finse di farlo, forse non sapendo come uscire elegantemente dalla situazione. Dopo la presentazione del libro una degustazione renderà più chiare le descrizioni letterarie: un ristorante di Pacentro (L'Aquila) servirà prodotti tipici della Maiella, con i vini della Tenuta Ulisse e i prodotti delle aziende Luigi D'Amico Parrozzo e Corfinio - Fausto Napoli-Barattucci.