Riforme: Frattura, Molise non esiste? Sfida è buone pratiche

Governatore risponde a presidente provincia Firenze

08 aprile, 20:06
(ANSA) - CAMPOBASSO, 8 APR - "Non si capisce perché debbano restare in piedi Regioni come il Molise che ha meno della metà della popolazione della provincia di Firenze". Questa frase, pronunciata nei giorni scorsi in una intervista dal presidente della Provincia di Firenze, Andrea Barducci, a proposito del dibattito sull'abolizione delle Province, ha scatenato la reazione del governatore del Molise.

"Non è un fatto nuovo - afferma in una nota Paolo Frattura - che per muovere contestazioni alla riforma dell'architettura istituzionale avanzata a livello centrale si menzioni la Regione Molise come esempio di esistenza ingiustificata, eppure ancora garantita dal Governo. Non è una novità che il Molise sia la citazione più abusata quando si ragiona sui costi non sostenibili tra apparato e politica. A Barducci, come ai tanti che sempre più spesso ironizzano, spavaldi, sul nostro Molise - prosegue il presidente - forse è arrivato il momento di spiegare qualcosa. Ad esempio che parlare di 3.514 chilometri quadrati con 989 mila abitanti, distribuiti in 44 comuni, con oltre il 50 percento nella sola città di Firenze, è evidentemente qualcosa di diverso che parlare di Regioni che al pari della Toscana e al pari della Provincia di Firenze accettano la scommessa dei costi standard, pur disponendo di un territorio di 4.400 chilometri quadrati con 320 mila abitanti distribuiti in 136 comuni".

Frattura aggiunge: "Questa scommessa, che noi abbiamo accettato e che vogliamo vincere, sta nelle buone pratiche, applicate ovunque, a beneficio di cittadini, imprese e territorio, sta nella dimostrazione di come è possibile, in un anno appena, raddrizzare un bilancio devastato dalle esposizioni finanziarie, rinegoziare le emissioni obbligazionarie, ricostruire residui attivi e passivi e così via dicendo. Questa scommessa risponde alle cose fatte in un solo anno di governo, a tutto quanto abbiamo messo in campo tra mille difficoltà. E a quanto sapremo mettere in campo in termini di offerta sanitaria e riorganizzazione dei servizi, di programmazione comunitaria, di sostegno alle imprese e di politiche per i giovani".

E conclude: "Probabilmente a livello centrale bisognerebbe semmai valutare il caso di premiare la differenza che si riesce a realizzare nei fatti nell'arco di mesi piuttosto che focalizzarsi su un dato che certo non ci mette al pari di altre Regioni che hanno altro livello e altro punto di partenza. Così per mettere via una volta per tutte le inutili facili ironie.

Almeno questo". (ANSA).

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