Più nuove imprese pure in tempo di crisi
Unioncamere,tante cessano ma nel 2013 sono più le nuove aperture
07 febbraio, 11:45Secondo Vasco Galgani, Presidente di Unioncamere Toscana, "le imprese continuano a nascere e questo non può essere che un messaggio positivo, soprattutto laddove il fare impresa è espressione dei saperi legati al territorio. Tuttavia i numeri ancora non indicano tempi certi per l'uscita dalla crisi. Per questo servono interventi urgenti tesi alla crescita e all'occupazione. Il sistema camerale intanto può lavorare per indirizzare al meglio le scelte di chi apre un'impresa, puntando sui settori che offrono le maggiori opportunità di successo, e rafforzare quelle reti che costruiscono la fiducia, migliorando qualità ed efficienza dei servizi offerti. Altrettanto importante è poi continuare a promuovere le peculiarità regionali e la ricerca di nuovi mercati".
Nel corso dell'intero 2013, nonostante le difficoltà, le iscrizioni di nuove imprese (oltre 28 mila) hanno continuato a superare il numero di cessazioni (circa 27 mila), per un saldo positivo di 1.336 imprese ed un numero d'imprese con sede in Toscana che, alla fine dell'anno, era pari a 414.563 unità: malgrado ciò. il tasso di crescita imprenditoriale (pari al +0,3%) resta su livelli molto modesti. A influire in modo pesante sulla scarsa vitalità dell'imprenditoria toscana, e più in generale italiana, è l'intensificarsi della crisi nel mondo artigiano, che dal 2009 registra più chiusure che aperture aziendali (nel 2013 l'artigianato toscano ha perso 11.189 imprese e ne ha viste nascere solo 8.757).
Le imprese artigiane, che in Toscana rappresentano il 27% del sistema e che in massima parte sono ditte individuali, risultano dunque in forte diminuzione (-2.432 imprese); diversamente, le imprese non artigiane si espandono (+3.768 unità), grazie ad un tasso di mortalità dimezzato rispetto alle artigiane (il 5% contro il 10%). In termini di natura giuridica, nel 2013 si sono sviluppate le forme più "complesse" d'impresa: le società di capitali (2.352 unità in più rispetto al 2012) - ormai un quarto delle imprese toscane - e le altre forme giuridiche (+1.377), fra cui rientrano le società cooperative e quelle consortili. Sono invece diminuite le forme giuridiche più "semplici": le società di persone (-426 unità) e le imprese individuali (-1.967).
Queste ultime, nonostante la forte contrazione registrata negli ultimi due anni, rappresentano ancora la metà delle aziende toscane e hanno determinato il 65% delle iscrizioni ed il 74% delle cessazioni avvenute nel 2013.
Edilizia e agricoltura perdono imprese a tutta velocità. Per l'agricoltura il ridursi delle aziende (-1.051 nel 2013) è divenuto ormai strutturale, mentre l'emorragia di imprese nell'edilizia (-1.689) è legata alle profonde difficoltà attraversate dal settore ed alla grave crisi del mondo artigiano operante nella filiera (in Toscana il 70% delle imprese dell'edilizia è artigiana, per lo più attive nella installazione di impianti e nei lavori edili di completamento).
Fra le attività industriali, gli unici bilanci positivi riguardano il comparto alimentare (+93 aziende), il chimico-farmaceutico (+13) e, nel sistema moda, la filiera abbigliamento-pelli-calzature (+108 imprese). Il tessile (-79 unità) ha invece continuato il processo di involuzione che negli ultimi 4 anni è costato la perdita di oltre 400 imprese, e fra gli altri comparti manifatturieri sia le attività della meccanica-elettronica che quelle del legno mobili (-145 unità) hanno registrato un saldo negativo, in quest'ultimo caso collegato alla perdurante crisi del sistema-casa.
Sotto il profilo settoriale, il positivo bilancio annuale è quindi riconducibile alla dinamicità dei servizi, attività commerciali e turistiche in primis. Il settore turistico (alberghi e ristoranti), che a fine 2013 conta 32.487 imprese in Toscana, è in forte espansione (+960 imprese), così come il commercio (+1.199) che, con 101.490 aziende, rappresenta un quarto del sistema imprenditoriale regionale. Il settore del terziario più dinamico, in termini relativi, è tuttavia quello dei servizi alle imprese (+5,3% per 524 unità aggiuntive), e contributi positivi al bilancio demografico provengono anche dalle attività immobiliari (+432 unità), da quelle finanziarie-assicurative (+260) e dai servizi pubblici, sociali e alla persona (+369).