(ANSA) - ROMA, 23 FEB - Solo in quattro regioni la medicina
territoriale è già una realtà, ovvero Lombardia, Toscana,
Veneto, Emilia Romagna. Altre, come il Lazio Molise, Campania,
chi più velocemente e chi meno, stanno cercando in questi mesi
di recuperare il tempo perso. La mancanza di fondi e le lentezze
burocratiche hanno, infatti, rallentato l'entrata a regime di
Case della Salute, costituite da medici di famiglia e altri
professionisti sanitari associati per fornire assistenza h24 e
sgravare così le strutture ospedaliere e i pronto soccorso del
tanto lavoro affrontabile sul territorio. Già prevista nella
Legge Balduzzi, la riforma della medicina del territorio,
pensata per affrontare in particolare il tema delle cronicità,
infatti, è ora uno dei capitoli principali all'interno del
confronto più ampio sul Patto per la Salute, che dovrà
ridisegnare i contorni del Servizio Sanitario Italiano. Tra le
best practice, la Lombardia dove il modello 'prendersi cura' è
in sperimentazione dal 2010 in 5 Asl e oggi sono 63.475 i
pazienti cronici coinvolti e 484 medici di medicina generale. In
Veneto, la diffusione della forma associativa della medicina di
famiglia, invece, ha avuto inizio già nel quadriennio 2001-2004,
con raggruppamenti spontanei tra medici di base e oggi, con il
Piano Socio-sanitario 2012-2016, si è delineata la cornice di
sviluppo normativo introducendo un percorso di presa in carico
globale della persona. In Toscana fin dal 2010 si sono
sperimentate forme di sanità di iniziativa che ora copre il 40%
della popolazione toscana, mentre in Emilia Romagna le Case
della Salute attualmente attive sono 56 e 60 quelle in
programma. Attualmente sono punto di riferimento per 800.000
persone, circa un quinto della popolazione.
(ANSA).