Renzi tra citazioni pop e storie di vita
E la cantante: 'Non ho l'età' talismano governo'
02 marzo, 19:19di Serenella Mattera
Matteo Renzi legge il suo discorso per cinque minuti, poi per un'altra ora pronuncia a braccio un discorso in cui fa sentire forte l'impronta concreta da "sindaco", parola che pronuncia ben otto volte. A scorrere le frasi che hanno caratterizzato il discorso del "rottamatore", emerge la diversità di stile rispetto a Enrico Letta e al discorso per la fiducia che il predecessore di Renzi pronunciò il 29 aprile 2013 nell'Aula della Camera.
LA SVOLTA - Renzi aspira a una "legislatura della svolta". Letta aveva definito il suo un "temporaneo governo di servizio".
IL CORAGGIO DI FARE SOGNI GRANDI E CONCRETI - Renzi pronuncia 14 volte la parola "sogno". Dobbiamo "recuperare il coraggio, il gusto e anche il piacere di provare a fare sogni più grandi, con concretezza puntuale", afferma. "Sogno", nel discorso di Letta, compariva una sola volta, con riferimento all'Europa.
L'OPPORTUNITA' E' DISPARI ED E' UNA - "L'opportunità è dispari, non è pari, ce n'è solo una. Noi abbiamo una sola occasione: è questa", afferma l'ex sindaco. Nel suo discorso ribadisce più volte "l'urgenza" del "cambiamento", in un "tempo di grande difficoltà, di struggenti responsabilità". Una consapevolezza che rimarcava anche Letta: "Il presidente della Repubblica ci ha concesso un'ultima opportunità", avvertiva.
NON HO L'ETA' - "Non vorrei iniziare con una citazione colta della pur bravissima Gigliola Cinquetti, ma è così: non ho l'età" per essere senatore. La citazione 'pop' subito spiazza l'emiciclo del Senato. Renzi ricorda poi, senza nominarlo, Altiero Spinelli: "Quell'uomo che in un'isoletta immaginava gli Stati Uniti d'Europa mentre infuriava il conflitto". Letta aveva scelto invece un omaggio al suo 'maestro', Beniamino Andreatta.
SE PERDIAMO, LA COLPA E' MIA - "Non cercheremmo alibi. Se perderemo questa sfida, la colpa sarà soltanto mia", è la chiusa del discorso di Renzi. Un discorso in cui "sfida" il Parlamento a fare le riforme e a partecipare alla costruzione della "svolta". Ma in cui la parola "insieme", che tornava numerose volte nel discorso di Letta ("Come italiani si vince o si perde tutti insieme"), viene pronunciata solo quattro volte.
POLITICA NON E' UNA PAROLACCIA - "Politica non è una parolaccia", dice l'ex sindaco ai senatori M5S. "L'idea che da questa parte ci sia la casta e dall'altra ci siano i cittadini si è rovesciata", rivendica. E ironizza: "Vi vogliamo bene lo stesso". Non c'è, però, l'invito a collaborare, "scongelarsi", "mescolarsi", che aveva rivolto Letta ai grillini.
CONTRO LA RUGGINE, VISIONE AUDACE - "Il Paese è arrugginito, impantanato, incatenato dalla burocrazia asfissiante". Oggi serve "una visione audace, unitaria, innovativa", dice Renzi. Letta aveva scelto la metafora di Davide e Golia, per indicare la necessità di "spogliarsi dall'armatura" e usare una "fionda".
IN PUNTA DI PIEDI - "Ci avviciniamo a voi in punta di piedi, con il rispetto profondo, non formale, che si deve a quest'Aula", afferma Renzi. Letta diceva: "Avverto fortissimi la consapevolezza dei miei limiti e il peso della responsabilità".
L'ULTIMO PREMIER IN SENATO - Con "franchezza comunico che vorrei essere l'ultimo Presidente del Consiglio a chiedere la fiducia a quest'Aula", dichiara il "rottamatore".
STORIE DI VITA - La bambina figlia di immigrati che attende la cittadinanza. Il ragazzo di 17 anni, Lorenzo, morto in un incidente stradale per colpa di un "ubriaco e drogato". I disoccupati che "non sono un numerino". E anche la signora che fuori dalla messa gli dice 'Certo, se fai il presidente del Consiglio tu, lo può fare veramente chiunque'. Il discorso di Renzi è pieno di riferimenti a storie e aneddoti della sua esperienza da sindaco. Il premier racconta anche le sue telefonate ai marò, alla donna sfregiata dall'acido e a un amico disoccupato. Renzi, come già Letta, cita la generazione Erasmus.