Pulce non c'è, dai festival alla sala
06 marzo, 11:50di Francesca Pierleoni
La standing ovation del pubblico di ragazzi e il premio speciale della giuria di Alice nella Città al Festival internazionale del Film di Roma del 2012 hanno dato il via due anni fa al percorso di Pulce non c'è, l'opera prima di Giuseppe Bonito, tratta dal romanzo di Gaya Rayneri, che mette in scena, con grande intensità e i toni della tragicommedia, la storia di sua sorella minore, autistica.
Il film, che nell'ultimo anno e mezzo è stato presentato in una ventina di Festival internazionali, vincendo vari premi e ottenendo candidature ai Nastri d'Argento e ai Ciak d'oro, arriva ora in sala. Distribuito da Academy Two, sarà in anteprima esclusiva al Nuovo Sacher di Roma dal 6 marzo per poi proseguire la programmazione nelle sale. La vicenda ripercorre l'odissea in cui si è trovata la piccola Margherita, detta Pulce (Ludovica Falda), bambina autistica di nove anni, sua sorella maggiore Giovanna (Francesca Di Benedetto, voce narrante della storia) e i genitori (Pippo Delbono e Marina Massironi).
Per il fraintendimento di un'insegnante nel comunicare con Pulce, il padre viene accusato di aver abusato delle figlie e la piccola viene portata via dai servizi sociali e messa in una casa famiglia per un breve periodo. Per Pulce, che non sopporta cambiamenti nel suo quotidiano (tra i suoi 'riti', l'ascolto di un cd di tango, mangiare pecorino, bere succo di tamarindo e avere con sé un panda di peluche), la nuova situazione è chiaramente uno shock e la famiglia rischia di andare in pezzi. Gaia Rayneri, che ha collaborato alla sceneggiatura scritta da Monica Zapelli, inizialmente aveva qualche timore per il film: ''E' una storia che si poteva raccontare con grandi piagnistei, cosa che non ho mai voluto, per questo ho scelto la via della tragicommedia - ha spiegato l'autrice -. Però quando ho conosciuto Giuseppe e Monica ho avuto in loro fiducia totale. E il film senza strappare lacrime, trasmette tutta l'indignazione e rabbia che abbiamo provato''.
Bonito, che viene da 13 anni di lavoro nel cinema come aiuto regista e direttore di casting, s'è imbattuto nel libro ''come semplice lettore. Ogni parola mi sembrava fosse quella giusta. Mi è venuta la curiosità di farci un film, perché penso che un regista, soprattutto esordiente, debba correre dei rischi, affrontare una dimensione che non conosce''. Il regista nel libro ha anche ritrovato un'angoscia ''che anch'io provo davanti a certe volte davanti alle "istituzioni". Bonito ha girato il film in quattro settimane, con un budget di 500 mila euro e per la colonna sonora ha avuto anche un brano originale di Niccolò Fabi e Mokadelic, Il silenzio. E' stata fondamentale la scelta delle due protagoniste: ''Ludovica l'abbiamo trovata dopo aver visto 4000 bambine, il suo sguardo mi ha colpito subito - dice - mentre Francesca mi ha fatto tenerezza perché al primo incontro ha fatto un goffo tentativo per sembrare vivacissima. Mi ha ricordato il personaggio''.