Da Pele' a Pablito, leggenda Italia-Brasile
Tris Pablito/FOTO. Ma Zico, Rovina calcio
20 marzo, 19:50di Giorgio Svalduz
ROMA - Pele' che vola in cielo per schiacciare di testa il gol del vantaggio all'Azteca 1970, la tripletta di Paolo Rossi che castiga al Sarria 1982 la presunzione di un Brasile stellare, le lacrime di Baresi dopo i fatali rigori di Pasadena 1994 oppure, riannodando i fili della memoria, Meazza che si tiene i calzoncini con l'elastico rotto per trasformare il rigore della semifinale di Marsiglia 1938. Italia-Brasile e' uno degli spot meglio riusciti della storia del calcio, affascinante contenitore di gare memorabili, campioni leggendari, stili di gioco che sanno anche essere sublimi nella loro diversita'. Le prossime puntate (giovedi' test a Ginevra e il 22/6 a Salvador per la Confederations Cup) sono l'antipasto dei mondiali 2014 che il Brasile ospita e in cui l'Italia vuole riscattare la brutta figura del Sudafrica sognando il bis dell'atroce beffa consumata nel 1950 dall'Uruguay degli oriundi Ghiggia e Schiaffino. Ma Prandelli, che vola basso per evitare trappole, sa bene che nelle 14 sfide precedenti il Brasile guida con 7 vittorie contro 5, e che sono oltre 30 anni che gli azzurri non riescono a prevalere. Meno derby di Italia-Francia o Brasile-Argentina, i confronti tra azzurri e verdeoro sono il nettare del pallone - nove titoli mondiali in due -, l'eterno confronto tra organizzazione tattica, furbizia ed estro italiani opposti a creativita', funambolismo ed allegria brasiliani, due scuole nate per vincere visto che hanno alzato 4 e 5 coppe, poco meno della meta' delle 19 disputate. Si comincia il 16/6/1938 a Marsiglia, semifinale con brasiliani favoriti che rinunciano allo strepitoso 'diamante nero' Leonidas per farlo riposare in vista della finale, presunzione punita da Colaussi e Meazza su rigore, per un 2-1 che spiana la strada verso il secondo titolo.
Dopo 18 anni doppia amichevole tra aprile e luglio 1956: a S.Siro trionfo azzurro 3-0 con doppietta di Virgili, al Maracana' 2-0 per i brasiliani che allestiscono la squadra del doppio titolo che gia' annovera Gilmar, Djalma e Nilton Santos e il sontuoso regista Didi. Il Brasile rimedia un secondo 3-0 a S.Siro nel 1963 (Sormani,Mazzola, Bulgarelli) nella gara in cui il Trap oscura Pele' reduce da infortunio e che gioca per contratto (resta in campo 26') contro l'Italia di Fabbri in marcia verso la disfatta coreana. O Rei si riscatta con gli interessi il 21 giugno 1970 dando il la al 4-1 nella finale dell'Azteca che vede Rivera in campo 6': un tempo alla pari e poi notte fonda pagando i supplementari leggendari con la Germania. Da brividi la linea d'attacco verdeoro: Jairzinho, Gerson, Tosto, Pele', Rivelino. Poi camera di decantazione con due test poco significativi: 2-0 a Roma nel 1973 (Riva e Capello) per l'Italia di Valcareggi avviata al crepuscolo dei mondiali 1974, 4-1 un po' bugiardo per il Brasile a New Haven nel 1976 con rissa finale (espulsi Bettega e Causio, in gol anche Capello e Zico). I gol tornano a contare nella finalina 1978 che il Brasile si aggiudica 2-1 con missili di Nelinho e Dirceu e papere di Zoff. Ma quattro anni dopo la vendetta e' spietata: il tris vincente calato da Pablito il 5 luglio a Barcellona punisce Socrates e Falcao (autori di gol inutili), Zico, Cerezo, Junior, parata di campioni cui bastava un pari per passare alle semifinali del mundial '82 vinto poi dagli azzurri di Bearzot sulla Germania. Da allora l'Italia non sa piu' vincere: Cruz regala l'1-0 a Bologna nel 1989 contro gli azzurri di Vicini, Baresi e Baggio avviati verso Italia '90. Proprio i due azzurri piu' titolati sono protagonisti in negativo nell'esperienza Sacchi culminata nella finale di Pasadena 1994: 0-0 dopo i supplementari, poi il libero (reduce dall'operazione al menisco) e il fantasista azzoppato sprecano i rigori e festeggiano i brasiliani con Aldair, Dunga, Careca e Alemao. Seconda finale in bianco. Poi solo amichevoli: scintillante il 3-3 a Lione 1997. Gli azzurri trainati da Del Piero si portano sul 3-1, poi Ronaldo e Romario fissano il pari. Sono gli ultimi gol azzurri: rimane il doppio ko nel 2009 di una squadra avviata verso il crollo sudafricano, con 2-0 a Londra in febbraio (Elano e Robinho) e 3-0 nella Confederation Cup a Pretoria in giugno con doppietta di Luis Fabiano e autorete di Dossena nel giro di 8'. Se l'Italia non batte il Brasile da 31 anni, in amichevole il digiuno e' di 40 anni. Un motivo di piu' per dare concretezza al test di Ginevra e prendere la rincorsa giusta per i mondiali 2014.
ZICO, ITALIA-BRASILE 3-2 HA FATTO MALE A FOOTBALL - La sconfitta del Brasile ad opera dell'Italia ai Mondiali spagnoli del 1982 ha avuto un impatto negativo sul mondo del calcio che si sente ancora oggi. Parola di Zico, l'ex fuoriclasse brasiliano che approdo' in Italia all'Udinese. Il fantasista ricorda la partita del Sarria a Barcellona proprio nel giorno in cui affida al suo sito Internet la notizia che lascia la guida della nazionale irachena, ancora in corsa per un posto al Mondiale 2014, per inosservanze contrattuali da parte della Federazione di quel paese. ''Il Brasile aveva una squadra fantastica - ricorda in una conferenza stampa lo specialista delle punizioni con traiettorie impossibili -, riconosciuta in tutto il mondo, e ovunque andiamo la gente ci ricorda quel team del 1982''. ''Se avessimo vinto quella partita - prosegue - il calcio probabilmente sarebbe stato differente. Invece, dopo di allora cominciammo a mettere le basi per un calcio nel quale bisogna conseguire il risultato a qualsiasi costo, un calcio fondato sulla distruzione del gioco avversario e sul fallo sistematico''. ''Quella sconfitta - dice ancora Zico - non fu positiva per il mondo del calcio. Se quel giorno avessimo segnato cinque reti, l'Italia ne avrebbe segnate sei, perche' trovavano sempre il modo di capitalizzare i nostri errori''. Zico critica infine l'eccessiva fisicita' del calcio moderno:''Il Brasile e' una terra fertile per i calciatori, ma dobbiamo cambiare la mentalita' nelle squadre giovanili dei club. Sono sicuro che se facessi oggi un provino per una squadra, sarei scartato perche' troppo poco prestante, e basso di statura''.