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Il lungo calvario della sua salute

03 maggio, 12:35
La sofferenza del Papa
La sofferenza del Papa
Il lungo calvario della sua salute

CITTA' DEL VATICANO - Wojtyla e' stato il pontefice sulla cui salute c'e' stata piu' informazione: mai, in passato, era stato cosi'. Le prime 'indiscrezioni' su una malattia grave di Giovanni Paolo II sono addirittura del 1981, quando era un uomo aitante e sportivo. Per le ferite dovute all'attentato del 13 maggio 1981 resto al Gemelli fino al 3 giugno, ma il 20 giugno fu ricoverato di nuovo per un'infezione. Ufficialmente, diceva il bollettino medico, per un 'cytomegalovirus'. Il 5 agosto Giovanni Paolo II fu sottoposto a un altro piccolo intervento chirurgico ed il 14 agosto fu dimesso. Qualcuno scrisse che in realta' il Papa aveva una leucemia acuta.

Nel frattempo, il 15 luglio 1992, 11 anni dopo il primo ricovero, il Papa era tornato al 'Gemelli' per essere sottoposto, diceva il bollettino medico, ''a intervento chirurgico di resezione colica per voluminoso adenoma tubovilloso del sigma''. In sostanza i medici estrassero un tumore, la cui natura maligna fu esclusa. Nell'occasione Giovanni Paolo II subi' anche un intervento alla cistifellea, per alcuni calcoli. Ma appena pochi mesi dopo, nel gennaio 1993, il National Catholic Reporter sostenne che in realta' nell'intestino del Papa era stato trovato un tumore maligno. Del presunto cancro del Papa si continuera' a parlare per anni. Verso la fine di quel 1993, l'11 novembre, durante un'udienza Giovanni Paolo II inciampo' e cadde. Ricoverato al Gemelli subi' la riduzione di una lussazione alla spalla destra. Anche questo banale incidente fece fiorire ipotesi drammatiche. Si parlo' di salti di pressione, di svenimenti e di perdite temporanee di memoria. Ancora circolavano quelle voci e le relative smentite il 29 aprile 1994, quando il Papa fu nuovamente ricoverato al Gemelli. Era scivolato in bagno e si era fratturato un femore.

Con un intervento chirurgico di circa due ore, venne sostituita la testa del femore con una protesi. La frattura del femore fece si' che per la prima volta, si parlasse di Parkinson. Un giornale spagnolo sostenne, era maggio, che la caduta andava addebitata a tale morbo. Il Papa, replico' il Vaticano, non ha il morbo di Parkinson. Ma un'ammissione, almeno parziale, ci fu nel settembre 1996, quando durante un viaggio in Ungheria il portavoce parlo' di ''malattia extrapiramidale''.

Quello stesso anno torno' in auge il cancro, sulla scia di una serie di malesseri, cominciati a Natale '95, quando dovette interrompere la benedizione a causa di ''una nausea''. ''E' la recidiva del cancro del '92'', sostennero in molti, e qualcuno lo scrisse. Pochi mesi dopo, il 13 marzo, una ''affezione febbrile digestiva'' lo fermo' per due settimane. Giovanni Paolo II appariva dimagrito e stanco. Il 14 agosto si sottopose ad una visita ad Albano. Il 14 settembre, al rientro dall'Ungheria, un bollettino medico lo dichiarava affetto da appendicite. L'8 ottobre l'intervento chirurgico. Il tumore maligno, del quale molti si erano detti sicuri, non risultava neppure dalle analisi. Sette giorni dopo, il 15, Giovanni Paolo II lasciava l'ospedale. Se di tumori, da allora, non si e' piu' parlato, dopo il 1996 il Parkinson, mai ammesso ufficialmente, non e' stato piu' negato dal Vaticano.

Col tempo e' divenuto ''la malattia del Papa'': gli provochera' un'invalidita' progressiva che si manifesto' apertamente con un tremore sempre piu' accentuato alla mano, tanto che nel 2001 fu inventato una specie di leggio mobile, da appoggiare sui braccioli della sua poltrona, per tenere fermi i fogli dei discorsi. Che ha sempre letto senza occhiali, anche se la difficolta' di parola, contro la quale a volte ha mostrato drammatici sforzi di volonta', ha fatto pian piano abbreviare la lunghezza dei suoi interventi. Ad aggravare gli effetti del progredire del Parkinson fu l'intersecarsi con gli esiti negativi dell'intervento al femore del 1994 e con le conseguenze di un'artrosi che dal febbraio 2002 lo colpi' al ginocchio destro. Se nei primi anni dopo l'intervento al femore era sembrato bastare l'aiuto del bastone (ma salire e scendere anche un solo gradino lo faceva soffrire), l'intrecciarsi con gli effetti delle altre malattie lo ha bloccato: per aiutarlo furono usati scivoli, passerelle mobili, una sedia a rotelle ed un'altra meccanica che gli permetteva di dire messa praticamente senza alzarsi, elevatori per salire e scendere dagli aerei e sull'elicottero.

In occasione del viaggio di settembre 2003 in Slovacchia, quando non riusci' a leggere i suoi discorsi. E riparti' la roulette delle ''indiscrezioni''. Fino a quando, dopo un periodo di relativa tranquillita' segui' l'allarme altissimo per il ricovero ''d'urgenza'' avvenuto nella tarda sera dell'1 febbraio 2005 per una laringo-tracheite acuta, esiti di una influenza che da alcuni giorno lo aveva colpito. Si diffuse la sensazione che si fosse alla fine, mentre la domanda sulla sua possibilita' di tornare a parlare ridava fiato alle ipotesi di dimissioni.

Il clamore che ne segui' spinse i fedelissimi di Giovanni Paolo II ad organizzare, il 10 febbraio, un rientro 'cinematografico' in Vaticano, con la papamobile e la piazza illuminata a giorno. Il 13 rivolge qualche parola ai fedeli ed il 20 legge l'intera riflessione prima dell'Angelus. Sembra vada tutto bene: il 23 c'e' l'udienza generale, ma il 24 c'e' un nuovo ricovero al Gemelli. Sempre per motivi respiratori. Questa volta gli viene fatta una tracheotomia, un intervento che ovviamente incide drasticamente sulla capacita' del papa di parlare.

Il 13 marzo si risente la sua voce e lo stesso giorno c'e' il rientro, in automobile, in Vaticano. Ma dopo quel rientro, la sua voce in pubblico non si udi' piu', nonostante la tenacia del Papa nel volersi affacciare ripetutamente alla finestra del suo studio che da' su Piazza San Pietro per salutare i fedeli.

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