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Ferrarini: mai capito gravita' situazione

Sorpreso da evacuazione. Schettino mi chiese 'versione' autorita'

25 gennaio, 18:55

ROMA - Dodici minuti dopo l'impatto con 'Le Scole' Francesco Schettino disse alla Costa di aver preso uno scoglio e alla società chiese anche una 'versione' da fornire alle autorità. Per la prima volta dal naufragio, parla Roberto Ferrarini, il direttore delle operazioni marittime della Costa Crociere che quella notte è stato in contatto con Schettino.

La sua versione - consegnata dall'Ad Foschi al Senato durante la sua audizione - non differisce da quella fornita dell'azienda anche se apre nuovi scenari investigativi. Ferrarini, infatti, sostiene che dalle 21.57, quando ci fu la prima telefonata con Schettino, a circa mezzanotte, nessun altro ufficiale a bordo lo informò della gravità della situazione. Perché? E' vero ciò che riferisce oppure ci fu qualcuno che chiamò ben prima dell'hotel manager Manrico Giampedroni? E perché, se la società era informata dell'impatto con gli scogli 12 minuti dopo l'urto, non ha cercato di convincere il comandante ad accelerare le procedure di evacuazione, partite solo un'ora dopo?. Aspetti che saranno i magistrati a chiarire.

Ecco il racconto dettagliato di Ferrarini.

- 21.57: "ricevo una telefonata dalla Costa Concordia...il comandante Schettino mi informa che la nave ha urtato uno scoglio, un basso fondale, davanti all'isola del Giglio durante un passaggio ravvicinato che aveva deciso di fare...in questa prima telefonata mi informava di avere un compartimento stagno allagato, quello dei motori elettrici di propulsione, ma con tale situazione la galleggiabilità non era compromessa...Il comandante aveva un tono chiaro e sufficientemente calmo".

- 22.06: Schettino "mi informava che anche un secondo compartimento stagno era apparentemente allagato (generatori) e che permaneva il black out. Mi assicuravo che avesse informato gli ospiti della situazione ricevendone conferma. Anche in questa occasione il comandante mi informava che la galleggiabilità della nave non era compromessa..." - 22.16 e 22.26: "con il comandante abbiamo discusso sull'entità delle falle e dell'allagamento. Ho ripetutamente sollecitato il comandante a conoscere se per caso anche un terzo compartimento fosse allagato...non avvertivo dal tono del comandante segni di difficoltà...in tutta questa fase manteneva un atteggiamento tranquillo".

- 22.33: "mi informava sullo stato dello sbandamento (della nave, ndr) che, sebbene stava aumentando, non era ancora a livelli preoccupanti". Appena due minuti dopo, stando però al racconto di Ferrandini, la situazione precipita in maniera irrecuperabile.

- 22.35: "il comandante - dice infatti il direttore delle operazioni marittime - mi informava dell'intenzione di dare l'abbandono della nave, decisione che mi confermava alle 22.45...la decisione di abbandonare la nave mi ha completamente sorpreso. Dalle telefonate precedenti non intuivo che la situazione stesse prendendo una direzione così estrema".

- 23.11: "il comandante mi informa che l'abbandono della nave é in corso e procede in maniera regolare. Lo sbandamento raggiunge i 20 gradi".

- 23.52: "vengo informato che l'abbandono nave degli ospiti è apparentemente ultimato e rimangono a bordo membri dell'equipaggio. Più o meno in questi momenti...Giampedroni" ci informava che "lo sbandamento aveva raggiunto livelli molto importanti dato che non riusciva a camminare sui ponti (45 gradi). Chiedevo conferma al comandante di ciò ricevendo in risposta che lo sbandamento stava aumentando ma si attestava intorno ai 25-30 gradi".

- 0.21: "il comandante mi informa in maniera confusa che ha dovuto abbandonare la nave durante il repentino sbandamento...si trova su uno scoglio davanti alla nave". Durante tutta la crisi, aggiunge nel suo 'report' Ferrarini, "il comandante non mi ha mai fatto intendere la gravità della situazione. Sia con il tono relativamente tranquillo che con l'apparente sicurezza della sua intenzione di andare all'ancoraggio. Successivamente, ma solo intorno alla mezzanotte, dopo quanto appreso soprattutto dall'hotel director (Giampetroni, ndr), si è realizzato che la situazione era probabilmente grave da molto prima". Il direttore, infine, accusa il suo comandante di aver cercato con lui una versione di 'comodo' per le autorità. "mi chiese di condividere con me la posizione da tenere con l'autorità che evidentemente gli richiede cosa è accaduto. Asserisce di avere l'intenzione di dichiarare che la nave aveva prima subito un black out a seguito del quale aveva urtato un basso fondale. Ho rifiutato immediatamente tale possibilità intimandogli di dire esattamente come i fatti sono occorsi anche alla luce dell'oggettiva impossibilità a sostenere posizioni differenti".

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