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Manager compagnia sentito per ore dai pm

Ferrarini era a telefono con schettino

31 gennaio, 23:16
Il relitto della Costa Concordia
Il relitto della Costa Concordia
Manager compagnia sentito per ore dai pm

(dell'inviato Michele Giuntini)

Ore e ore di interrogatorio, circa otto, per ricostruire l'accaduto nella notte del 13 gennaio, ma anche per avere tutti i chiarimenti utili a definire le questioni nautiche sollevate dal naufragio della Costa Concordia. E' su questi aspetti, alcuni di natura tecnica piuttosto complessa, che si è incentrato il lungo colloquio tra i pm di Grosseto e Roberto Ferrarini, il fleet crisis coordinator della Costa, il manager che la notte del naufragio a più riprese parlò con il comandante della Costa Concordia Francesco Schettino e al quale, secondo quanto ha sempre detto l'ad della compagnia, da bordo della nave fu mentito circa la reale portata dell'incidente.

La procura di Grosseto - con i pm Stefano Pizza, Alessandro Leopizzi e Maria Navarro - ha voluto sentire direttamente da lui cosa accadde quella sera, il tenore ed il contenuto delle conversazioni con Schettino, ma anche quali siano state le indicazioni date dalla Costa al comandante della nave in difficoltà. Il colloquio è iniziato intorno alle 14 ed é continuato fino a serata inoltrata. Ferrarioni è uscito dalla caserma del comando provinciale dei carabinieri di Grosseto poco dopo le 22. Oltre agli investigatori dell'Arma, a coadiuvare il procuratore Verusio ed i tre suoi sostituti che lo affiancano nell'inchiesta sul naufragio, anche Gregorio De Falco, il comandante della sala operativa della capitaneria di porto di Livorno che intimò a Schettino di tornare sulla nave che aveva abbandonato: uomo di mare De Falco e uomo di mare Ferrarini, un 'confronto' che anche sotto il profilo tecnico può aiutare gli inquirenti a comprendere meglio le varie fasi dell'incidente, dell'emergenza del naufragio e dei soccorsi a chi era a bordo della nave. E magari anche qualcosa in più sull'usanza degli "inchini" e su quale sia eventualmente stato in tali frangenti l'atteggiamento della compagnia. E' la prima volta che i magistrati ascoltano direttamente un rappresentante della Costa. Ferrarini è sentito come persona informata sui fatti - posizione che non risulta mutata durante il lungo colloquio con i pm grossetani - e già la sostanza del suo ruolo e della sua versione è già stata resa nota dall'ad di Costa Crociere Pierluigi Foschi durante l'audizione al Senato del 25 gennaio: dodici minuti dopo l'impatto con lo scoglio Schettino disse alla Costa di aver preso uno scoglio e alla società chiese anche una 'versione' da fornire alle autorità.

E dalle 21.57, quando ci fu la prima telefonata con Schettino, a circa mezzanotte, Ferrarini ha sostenuto che nessun altro ufficiale a bordo lo informò della gravità della situazione. Diverse le telefonate tra Schettino e Ferrarini, di cui quest'ultimo ha parlato ai pm che gliene hanno chiesto i contenuti. La prima dopo l'impatto in cui il manager venne informato che un compartimento stagno era allagato. Poi altre, nel giro di pochi minuti, che mettevano al corrente degli altri compartimenti allagati, quindi della decisione di abbandonare la nave, operazione che secondo Schettino procedeva in maniera "regolare" fino alla comunicazione data dal comandante che lui stesso aveva dovuto abbandonare la nave. Un fitto colloquio telefonico avvenuto tra le 21:57 e le 0:21, secondo quanto venne ricostruito da Ferrarini nel suo report e solo dopo il quale, aggiunse il manager, seppe dell'effettiva gravità di quanto accaduto a bordo. "Mi chiese di condividere con me la posizione da tenere con l'autorità che evidentemente gli richiede cosa è accaduto. Asserisce di avere l'intenzione di dichiarare che la nave aveva prima subito un black out a seguito del quale aveva urtato un basso fondale. Ho rifiutato immediatamente tale possibilità - è la ricostruzione di Ferrarini intimandogli di dire esattamente come i fatti sono occorsi anche alla luce dell'oggettiva impossibilità a sostenere posizioni differenti".

I pm vogliono ottenere da Ferrarini una ricostruzione esaustiva, non 'a rate'. Una testimonianza che nell'intenzione dei pm dovrà risultare preziosa nell'economia del procedimento, anche se percepita da un punto di vista preciso, appunto quello della Costa. Proseguendo la sua audizione al Senato, l'ad della compagnia, Foschi, ha evidenziato l'importanza di esaminare la 'scatola nera' e la parzialità dei dati a disposizione della compagnia. "Non sappiamo ancora chi ha dato l'ordine di evacuazione dalla Costa Concordia e a che ora - ha detto Foschi -. Siamo certi della sequenza degli ordini che sono stati dati a bordo prima dell'ordine di evacuazione, ma dobbiamo accertare chi li ha dati". Foschi ha specificato che Costa Crociere ha certezze su quando è stato dato l'allarme generale e sulla ricostruzione che il manager Roberto Ferrarini ha potuto fare sulla base degli orari delle telefonate avute con il comandante Francesco Schettino.

 

 

 

 

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