Concordia: De Falco, è riscatto dell'Italia cialtrona
Dopo 'torni a bordo', 'se allora come oggi non piangeremmo morti'
16 settembre, 19:20Come quella sera in cui gridò al telefono al comandante Schettino l'ordine perentorio 'torni a bordo, cazzo', anche oggi il capitano di fregata Gregorio De Falco è al suo posto, nella sua centrale operativa della capitaneria di porto di Livorno. Da lì sta seguendo le fasi di recupero del relitto della Concordia: "Questa dimostrazione di capacità tecnica ed organizzativa che stiamo offrendo alla pubblica opinione mondiale riscatta l'immagine di un'Italia approssimativa e cialtrona e mi inorgoglisce profondamente", dice al cronista. E non può fare a meno di far notare che "se anche all'epoca non fossero venuti a mancare i dovuti apporti degli altri attori coinvolti saremmo sicuramente riusciti a salvare tutti...".
"Come 20 mesi fa sono qui, nella 'mia' sala operativa, a Livorno, anche se per l'occasione, direttamente al Giglio, sono stati istituiti i 'Focal points' e, come succede nelle grandi esercitazioni, è anche previsto che eventuali emergenze marittime che dovessero accadere durante ed a causa delle operazioni, siano affrontate direttamente da lì", spiega. Quella di oggi, prosegue l'ufficiale, "è ancora una volta un'operazione titanica, così come immani erano stati il 13 gennaio 2012 il naufragio e le operazioni di soccorso che per tutta la notte avevo condotto dalla sala operativa di Livorno, impiegando navi, decine di motovedette ed otto elicotteri. In quella tragica circostanza, le strutture operative e decisionali dello Stato avevano dato buona prova di capacità ed efficienza, mentre purtroppo - aggiunge nel ricordo di quella quella notte - non si ebbe una risposta adeguata da alcuni altri soggetti coinvolti".
"I fatti del Concordia tornano a porre l'Italia di fronte all'opinione pubblica mondiale; questa volta però - puntualizza De Falco - gli attori pubblici e privati interagiscono tra loro tendendo alla medesima finalità, con l'effetto di moltiplicare l'apporto dei singoli sforzi. Oggi al Giglio le operazioni si svolgono secondo piani e procedure comuni e prestabilite. Le risorse, pubbliche e private, si integrano perfettamente e sono pronte ed opportunamente dispiegate nello scenario operativo nel quale rispondono ad una appropriata catena di comando e controllo". "Non mi sembra di intravedere nelle operazioni di rotazione del relitto particolari motivi di preoccupazione, al di là di eventuali elementi di valutazione non conosciuti o non controllabili, quali potrebbero essere le condizioni della murata sommersa della nave e l'evoluzione della situazione meteorologica. Se anche quella sera vi fosse stata consapevolezza delle priorità ed una vera unità di intenti, sono certo - insiste De Falco - che non avremmo dovuto piangere alcuna vittima".