177 femminicidi nel 2013, altri due nel giorno della festa
Alfano, violenza contro donne tema prioritario in semestre Ue
09 marzo, 21:22In Italia calano gli omicidi in genere ma non quelli che hanno come vittime le donne. Dai 528 omicidi del 2012 si è passati ai 501 del 2013, mentre per i femminicidi all'opposto dai 159 registrati due anni fa si è arrivati l'anno scorso a quota 177, quasi uno ogni tre giorni. Una tendenza che sembrava smentita dai primi due mesi del 2014 che hanno fatto registrare un calo dei femminicidi (15 rispetto ai 25 del 2013), ma che purtroppo è stata confermata dai dati della prima settimana di marzo con altre sei donne uccise (le ultime due nella giornata di oggi). Nella gran parte dei casi (120 nel 2013) le donne sono state vittime della furia omicida dei loro mariti, compagni, figli, fratelli o nipoti. E dal 2009 ad oggi ben 40mila hanno denunciato di aver subito atti di stalking. E' il ministro dell'Interno Angelino Alfano a presentare nella giornata dell'8 marzo gli ultimi dati sulla violenza contro le donne, ma anche un opuscolo messo a punto dal Viminale sugli interventi normativi già attuati e le attività di supporto per la prevenzione e la repressione del fenomeno. E ad assicurare, che dopo aver firmato e condiviso la legge contro lo stalking e quella sul femminicidio, continuerà a procedere su questa strada anche in sede europea: "mi impegno a portare il tema della violenza di genere come priorità nel semestre di presidenza italiana della UE". Il ministro tiene la sua conferenza stampa in un luogo simbolico, la sede del Telefono Rosa, con la presidente dell' associazione di volontariato Gabriella Moscatelli - che chiede al premier Renzi di ripristinare il ministero della Pari Opportunità - e Isabella Rauti, consigliere del ministro per le politiche di contrasto del femminicidio. Telefono Rosa è da 26 anni in prima linea nella lotta contro la violenza di genere ed è per questo un osservatorio privilegiato di un fenomeno che registra alcuni cambiamenti: si sta innalzando l'età media delle vittime (dal 25% al 28% tra i 45 e i 54 anni) e degli autori (il 17% ha 55-65 anni e il 10% oltre i 65). La violenza continua invece a consumarsi soprattutto all'interno della coppia e della famiglia (nel 58% dei casi nell'ambito di fidanzamento, matrimonio e convivenza) e dopo la separazione (24%). I dati di Telefono Rosa sfatano il pregiudizio che la violenza attecchisca maggiormente in condizioni di degrado: il 21% delle donne che ne sono vittime è laureata e un ulteriore 53% ha un diploma di scuola superiore. Così come il violento spesso è acculturato e appartiene a un ceto medio-alto.