VIDEOSTORY: Parlano gli italiani che correvano a Boston
17 aprile, 20:03di Michela Suglia
Il sogno americano vissuto di corsa con la fatica ma anche l'emozione di partecipare alla maratona piu' antica del mondo. E' stato cosi' anche per il gruppo di atleti italiani arrivati a Boston con l'agenzia 'Born2Run' e alle prese ieri con il sudore e la festa dei 42 chilometri della maratona. Fino alle bombe. Tra loro c'era Salvatore Giansiracusa, romano e veterano delle corse. Era a 100 metri dal traguardo quando ha sentito la prima esplosione, che racconta poco dopo all'ANSA: ''Essendo di Roma, ho pensato al colpo di cannone di Castel Sant'Angelo di mezzogiorno e mi sono detto: 'Ma che fanno, festeggiano cosi'?' Il tempo di fare questo pensiero e ho sentito un altro botto. E' stata una cosa incredibile'', e la voce gli si incrina per la commozione.
Dopo la seconda bomba ricorda di essersi girato e di aver visto "persone che uscivano da un angolo, un cassonetto aperto, una ragazza caduta a terra. A quel punto sono andato via aiutando altre persone a scappare - continua - e ho capito quello che stava succedendo". Fin qui il racconto lucido, poi la rabbia: "Boston è una città che non lo merita. Questa è una maratona stupenda, c'erano tanti bambini, tanta gente. Boston non lo merita, né gli americani e nemmeno noi". Nei frammenti di ricordi che cita c'é l'immagine di "un signore orientale con un ginocchio aperto, lo portavano via i soccorsi su una sedia a rotelle". Il giorno dopo le esplosioni nel gruppone di italiani (una cinquantina) c'e' voglia di normalita' ma resta lo choc.
''Siamo tutti un po' scossi...e un po' di tremarella alle gambe stamattina al risveglio ce l'avevamo, ripensandoci e vedendo i giornali'', confessa Paolo Rossi di Pistoia. Ma aggiunge: ''La situazione e' tranquilla e sembra una giornata normale, a parte nella zona dell'attentato che e' circoscritta''. Alcuni maratoneti sono gia' partiti per l'Italia, lui tornera' domani pomeriggio. ''Oggi stiamo cercando di riprendere il nostro ritmo e di organizzarci per il rientro. Siamo un po' scossi ma si va avanti''.
E guarda avanti anche Fulvio Massini che, nonostante la paura, pensa al prossimo anno quando tornera' a correre la maratona. Lo dice e sembra una promessa a se stesso e per chiunque voglia seguirlo. Da preparatore atletico, da dieci anni porta 'colleghi' alla maratona del Massachusetts. Era li' a correre anche ieri. ''Stamattina sono tornato li' vicino per vedere'', racconta mentre e' in giro per la citta'. E che emozione ha provato? ''E' stata un'emozione fortissima perche' questo secondo me e' lo spettacolo di maratona piu' bello del mondo dove nei 42 km c'e' un autentico delirio.. e vedere rovinata questa festa, scoccia molto''. L'amarezza finisce qua e fa posto alla rabbia. ''A fronte di queste sensazioni c'e' la voglia di non mollare, perche' io il prossimo anno saro' qua e chi vorra' venire io saro' qua'', ripete.